Novellara (Reggio Emilia), 1 ottobre 2022 - Il velo da sposa sarebbe stato per lei come una ragnatela. L’avrebbe resa prigioniera di fili tessuti da altri: i genitori, altri parenti, persino la madre e un’altra donna, che discutevano di come farla sposare con chi volevano loro. Saman Abbas era al centro di altri matrimoni combinati, oltre a quello col cugino in Pakistan più grande di dieci anni, che lei aveva rifiutato.
Sulle sue nozze, erano anche altre donne a prendere accordi, madri che volevano imporle uomini che lei non voleva. Emerge dagli atti giudiziari depositati in vista del processo, che si aprirà a febbraio, sulla scomparsa della giovane 18enne di Novellara e che vede imputati per omicidio il padre Shabbar Abbas, la madre Nazia Shaeen – latitanti in Pakistan –, lo zio Danish Hasnain e i cugini Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulahq.
È la stessa Saman, rientrata nella casa di Novellara il 20 aprile 2021 dopo il periodo in comunità e quello trascorso con il fidanzato in Italia Ayub Saqib, da lei scelto e amato, ma osteggiato dalla famiglia, a fare riferimento alle mire che gli altri avevano per il suo matrimonio. Prima di sparire nel nulla, il 30 aprile 2021, Saman chattò con Saqib dopo avere discusso pesantemente con Arfan Amjad, cugino (non imputato) che lavora nell’azienda agricola di Novellara, così come il padre Shabbar. E fa riferimento al fatto che anche Ijaz si era fatto avanti per sposarla: "Anche questo è un cugino, però viene un altro, si chiama fratello Ikram. Lui aveva detto al proprio papà cioè, di darmi la mano della Saman. Cioè di parlare con loro di dare la mano della Saman".
Il fidanzato Saqib, sentito nel luglio 2021 durante l’incidente probatorio (udienza per cristallizzare le prove in vista del processo), confermò: "Il 24 o 25 aprile 2021 Ikram Ijaz aveva chiamato i propri genitori in Pakistan per poter combinare il suo matrimonio con Saman. In questa circostanza Saman si lamentò e Shabbar decise che il fidanzamento rimaneva quello con il promesso sposo in Pakistan".
Ed è lo stesso Ijaz a ribadire, seppur smentendo il proprio coinvolgimento e altri aspetti, un’altra storia di nozze combinate. Il cugino, intercettato in carcere il 29 settembre 2021 nel corso di colloqui con alcuni parenti, riferisce "che gli era stato chiesto della proposta di matrimonio", specificando che "anche questa era per il fratello piccolo. Ed era una cosa decisa solo dalle sorelle pochi anni fa".
Ovvero la madre di Ijaz e la madre di Saman: due donne che avevano discusso di dare la ragazza di Novellara in sposa al fratello minore di Ijaz. Sul presunto omicidio di Saman, come ha riferito un detenuto che parlò con Ijaz, la famiglia avrebbe stretto un patto di silenzio sul Corano. E anche il fidanzato Saqib sarebbe stato al centro di un piano di morte.
Intanto, la deputata della Lega Benedetta Fiorini interviene sui problemi della mancata integrazione. Invoca "massima attenzione su ciò che potrebbe ricapitare, ossia che stranieri commettano delitti efferati in nome della loro religione e delle loro tradizioni infischiandosene delle nostre leggi". E invita a rivedere "tanti, costosi e inutili progetti relativi alle politiche sull’integrazione affinché la loro presenza arrivi anche nei territori più periferici".
Mentre l’Ucoii (Unione Comunità islamiche italiane), parte civile nel processo su Saman, "rivolge appello alle autorità governative pakistane perché sia ultimata la procedura di estradizione avanzata dal ministro Marta Cartabia per i genitori di Saman Abbas".