Reggio Emilia 2 luglio 2021 - "Io so che loro mi vogliono uccidere. Voglio giustizia per Saman, non mi importa della mia vita. Forse è viva, ma non so dove sia". Dolore, ma anche un filo di speranza. Lui, Ayub Saqib, è il fidanzato di Saman Abbas. Il ragazzo, pakistano come lei e residente in Italia, ha raccontato il loro dramma alla trasmissione ‘Chi l’ha visto?’, dov’è comparso per la prima volta in tv a volto scoperto. Per raccogliere la sua testimonianza in via urgente, il pm Laura Galli, titolare dell’inchiesta, ha intanto chiesto di fare un incidente probatorio: la Procura vuole cristallizzare il suo racconto adesso, durante la fase delle indagini preliminari, davanti al giudice, per poi utilizzarla come prova durante il processo.
L'interrogatorio fiume del cugino Ikram - Ricerche a tappeto, ma lei non c’è. Da lunedì arrivano i cani tedeschi
Saman Abbas: tutti i misteri della scomparsa
"La prima volta che sono andato a Bologna, Saman mi ha regalato questo anello", ha raccontato il giovane, mostrando alla trasmissione di Raitre quel dono indossato all’anulare sinistro come simbolo di amore. I due si erano conosciuti nell’agosto del 2020 su Tik Tok, ma lui viveva a una certa distanza: dopo un periodo di dialogo sui social, avevano deciso di incontrarsi. "Ci siamo visti per la prima volta il 15 o 16 gennaio. Mi ha raccontato che l’avevano fatta fidanzare con un cugino e che doveva sposarlo, ma lei non voleva. - ha detto -. Poi il 27 gennaio il padre di Saman è andato in Pakistan, e sono entrati a casa mia: hanno detto che se non avessi lasciato Saman avrebbero ucciso tutti".
Si cerca Saman nei pressi di una porcilaia
La giovane aveva anche raccontato al ragazzo che "nel marzo 2020 aveva tentato il suicidio ingoiando pastiglie, aveva vomitato sangue ed era stata portata all’ospedale". Poi, nella scorsa estate, era fuggita in Belgio, ma era stata costretta a tornare dai genitori, che le comprarono un biglietto aereo per volare in Pakistan in dicembre e sposare il cugino. Ma lei non voleva e andò nella comunità per minori. "L’11 aprile Saman venne a Roma con me, volevamo sposarci. Ma lei non aveva i documenti", dice il giovane. Il 20 aprile lei dice ai genitori che ha lasciato il fidanzato e cerca di riprendersi i documenti. Ma ascolta un messaggio vocale inviato da suo zio materno alla madre, in cui dice: "Uccidiamola". Il fidanzato le consiglia di chiamare subito i carabinieri: "Ma lei voleva solo prendere i documenti e scappare via".
Saman, ricerche a tappeto in un boschetto e nei cantieri
Qualche giorno dopo, il 30 aprile, un cugino che tuttora lavora nell’azienda agricola di Novellara, l’avrebbe presa a schiaffi per non aver chiuso la sua relazione. Ha detto che la famiglia di Saman è "molto potente", definendola "mafiosa": "Spero che lei sia stata rapita e sia ancora viva". Intanto oggi, il cugino Ikram Ijaz, arrestato in Francia e ora detenuto alla ’Pulce’, sarà sentito dagli inquirenti come richiesto da lui stesso.
Il cugino di Saman sarà riascoltato
Arrivano anche notizie anche dal carcere dove è detenuto Ikram Ijaz, il cugino di Saman Abbas. L'uomo, nell'interrogatorio di garanzia del giugno scorso dopo l'arrivo in Italia, aveva negato il suo coinvolgimento nella scomparsa della ragazza dicendosi pronto a chiarire i fatti, fornendo indicazioni sui suoi propri spostamenti. E oggi pomeriggio, su sua richiesta, sarà riascoltato dagli inquirenti.
In precedenza il cugino aveva rilasciato solo dichiarazioni spontanee, dicendo di non c'entrare nulla con la sparizione di Saman: difeso dagli avvocati Luigi Scarcella e Domenico Noris Bucchi, aveva però manifestato agli inquirenti la volonta' di rendere ulteriori dichiarazioni piu' approfondite al magistrato.
Ancora a vuoto le ricerche del corpo
Nessuna novità dai controlli in alcuni pozzi di una seconda porcilaia, a circa 2 chilometri di distanza dall'azienda, che sono stati svuotati e ispezionati dai Carabinieri alla ricerca del corpo di Saman Abbas. Le ricerche proseguiranno anche nei prossimi giorni.