di Saverio Migliari
Una storia d’amore impossibile. Inaccettabile per quei genitori che l’avevano promessa in sposa a un cugino in Pakistan. Ma Saman Abbas, la diciottenne scomparsa nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio, aveva già scelto a chi donarsi liberamente, senza costrizioni. C’era un fidanzato nella vita di Saman, da molti mesi ormai. Ecco l’ultima novità che emerge dall’indagine sul presunto omicidio della ragazza pachistana di Novellara, tornata a casa dopo quattro mesi passati in comunità protetta per essersi rifiutata di sposare un cugino in Pakistan.
Saman Abbas aveva un ragazzo da molto tempo ormai. Un altro connazionale, che però non era quello scelto dal padre Shabbar e che l’accettava per quella che era, vestita con i jeans e le sneakers, sorridente e coi capelli liberi dal velo. Questo poteva essere un racconto romantico a lieto fine, con una fuga d’amore all’estero. Ma Saman non ce l’ha fatta a raggiungere il suo fidanzato, che vive in Italia ma non a Reggio Emilia. Non ci è riuscita perché qualcosa è accaduto a fine aprile. Un litigio forse, l’ennesimo. Uno scontro con i parenti, che rifiutavano categoricamente che lei potesse vivere laicamente il suo amore per un altro uomo, inviso alla famiglia. Non possiamo sapere i dettagli di quelle discussioni, che gli inquirenti stanno faticosamente cercando di ricostruire. Ma con ogni probabilità sappiamo che Saman era scappata da lui già altre volte.
A suo carico risultano, come già abbiamo raccontato nei giorni scorsi, almeno tre denunce di allontanamento volontario dalla comunità di Bologna che la stava proteggendo. Una, l’ultima, è quella dell’11 aprile, quando Saman ha deciso di tornare a Novellara. Ma prima, in occasione delle altre due “fughe“, è probabile che la ragazza abbia raggiunto proprio lui, il suo fidanzato pachistano. Quello a cui sul profilo Instagram ha dedicato la frase “I am not alone but I am lonely without you“. Un gioco di parole quasi intraducibile, ma che sta a significare "Non sono sola ma mi sento abbandonata senza te".
La storia d’amore tra Saman e il suo fidanzato era cosa nota ormai. Sia alla famiglia, sia alla comunità che la proteggeva. Forse era con lui che l’anno scorso era fuggita in Belgio per quindici giorni quando era ancora minorenne. La giovane ragazza di Novellara però era tornata. E la famiglia l’aveva messa alle strette, trovandole un promesso sposo che lei proprio non voleva. Da quel momento è iniziato l’inferno per lei: la denuncia ai servizi sociali, la rottura con la famiglia, il trasferimento in un’altra città, stretta tra le mura di una comunità protetta. Con lui sempre lontano, irraggiungibile: il suo amore rischiava di interrompersi. Però Saman ce l’ha messa tutta per restare vicino al suo fidanzato, scappando da lui quando poteva. Dopo quattro mesi così, di rapporto a distanza, Saman aveva deciso di darci un taglio. E così è uscita dalla comunità per tornare a Novellara, in quella cascina che era una prigione ormai, dove aveva lasciato i suoi documenti. Quelle carte le servivano per poter scappare con lui, per andare lontano da tutti quelli che le dicevano cosa fare. Poteva essere, lo abbiamo detto, una romantica storia d’amore. Ma purtroppo questo romanzo rosa ha assunto i colori del giallo. E si spera ancora che non sia finito in tragedia.