ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

Saman, lo zio Danish a un detenuto: "L’ho uccisa io". La procura vuole sentirlo

Colpo di scena in aula, il procuratore capo: "Accerteremo questo riscontro". L’avvocato difensore dello zio: "Sono stupito. Dal 2021 a oggi mai una parola"

Danish Hasnain, lo zio 35enne di Saman Abbas

Reggio Emilia, 9 settembre 2023 – “L’ho uccisa io”. Stando a quanto trapela, Danish Hasnain, lo zio 35enne di Saman Abbas, colui che fece ritrovare il suo cadavere sepolto sotto terra, avrebbe fatto questa pesante rivelazione a un detenuto del carcere di Reggio. Emerge a latere del processo, in cui ieri mattina il procuratore capo Calogero Gaetano Paci, affiancato dal pubblico ministero Laura Galli, ha annunciato di aver svolto di recente ulteriore attività di indagine. I nuovi accertamenti, ha spiegato Paci in tribunale, sono scattati "a seguito di una segnalazione dal carcere di Reggio, datata 31 agosto, quando un detenuto ha espresso la volontà di rendere dichiarazioni su confidenze apprese da Hasnain". Il loro contenuto "riguarda in particolare ciò che Hasnain avrebbe commesso, fatto e visto, ciò a cui egli stesso avrebbe partecipato in relazione alla soppressione di Saman".

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Martedì la Procura ha ascoltato il detenuto (raccogliendo il suo discorso in un verbale di sommarie informazioni testimoniali). Il giorno dopo è stato sentito anche un altro carcerato. A seguito di queste deposizioni, ritenute evidentemente significative, "la Procura ha delegato gli ufficiali di polizia giudiziaria dei carabinieri e il reparto di polizia penitenziaria a svolgere accertamenti di riscontro". In attesa che le difese potessero prendere visione dei documenti, il procuratore ha detto in aula che non avrebbe anticipato. Dopo questo passaggio, la Procura ha anche annunciato che formulerà una richiesta istruttoria integrativa, presumibilmente di sentire il detenuto in tribunale.

Già in passato altri carcerati avevano raccontato le presunte confidenze ricevute da alcuni imputati. Questa volta, però, quanto appreso dall’uomo che ha chiesto di parlare sarebbe apparso agli inquirenti particolarmente significativo e anche suffragato dalle successive verifiche: lui avrebbe fatto menzione di circostanze che solo Hasnain poteva conoscere nel dettaglio.

Durante l’interrogatorio del 10 marzo coi pm, Hasnain (nella foto mentre ieri viene portato in carcere alla fine dell’udienza) aveva però rigettato l’accusa di essere autore del delitto: in sostanza lui aveva detto che la sera del 30 aprile 2021 era arrivato alla casa di Novellara trovando Saman già morta, che i cugini Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq gli avevano detto che era stata la madre e di non aver partecipato allo scavo della buca in cui lei fu sepolta, ma di aver solo spostato a mani nude la terra perché non ricadesse dentro. Facendo dichiarazioni spontanee il 14 luglio nel processo, Hasnain non si è soffermato sul delitto, ma ha parlato dei rapporti con Saman e il fratello minore, e del suo giudizio su Ayub Saqib, fidanzato della ragazza morta. In attesa di leggere i verbali con le dichiarazioni del detenuto, l’avvocato Liborio Cataliotti, difensore di Hasnain , si dice "stupito": "Da quando fu arrestato nel settembre 2021, Hasnain fu intercettato in carcere, ma non è mai emersa alcuna dichiarazione in cui accusava se stesso o altri. Strano – riflette – che emerga ora questa confidenza di un altro detenuto. Vedremo quale sarà il suo livello di verosimiglianza: io nutro qualche dubbio. E, a oggi, non sono preoccupato. Poi vedremo alla luce degli eventuali riscontri che saranno portati".

Alessandra Codeluppi