REDAZIONE REGGIO EMILIA

Zio di Saman Abbas estradato, ora può arrivare la verità

Il fratello della ragazza scomparsa ha sempre indicato in Danish Hasnain il colpevole dell’omicidio

Reggio Emilia, 21 gennaio 2022 - "Sono sicuro che Saman è morta. Ho sentito la voce di mia sorella e anche quella di mio zio che diceva di andare via e che ci avrebbe pensato lui". Lui è lo zio della ragazza scomparsa, il 34enne Danish Hasnain. "Mi ha detto che non dovevo uscire di casa, per non essere registrato dalle telecamere. Quando mia sorella è uscita, non ha preso i suoi documenti. Lei aveva una borsa giallo chiaro. È sicuro che le ha fatto qualcosa di male, perché due o tre giorni prima lui andava a scavare e non so dove. Gli chiesi di andare con lui, ma non ha mai accettato".

Il fratello 16enne di Saman Abbas ha puntato il dito contro lo zio Hasnain: nell’inchiesta per omicidio, coordinata dal pm Laura Galli, figurano come indagati, oltre a lui, i genitori della giovane, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, partiti per il Pakistan, e i cugini Ikram Ijaz, in carcere a Reggio, e Nomanulhaq Nomanulhaq, tuttora latitante. Lo zio e i due cugini Ijaz e Nomanulhaq vengono ripresi il 29 aprile mentre alla sera si muovono con pale, un piede di porco e un sacco di plastica sul retro della casa di Novellara: secondo gli investigatori, sarebbe un’azione preparatoria dell’omicidio.

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Hasnain ha rimesso piede in Italia ieri, otto mesi dopo essersi allontanato da Novellara: ai carabinieri che cercavano Saman e i suoi genitori, fu lui, il 5 maggio scorso, ad aprire la porta e a riferire i primi dettagli, apparsi incongruenti con quelli raccontati dal fratello della giovane.

Insieme allo stesso ragazzino,il giovane è rimasto in Italia ed è in una struttura protetta, Hasnain poi, inforcò la bici e prese un paio di treni: arrivarono a Imperia, dove il 10 maggio furono controllati dalla questura. Il minorenne fu affidato a una comunità, mentre lo zio varcò il confine.

Dichiarato latitante, dopo mesi di certosine indagini dei carabinieri reggiani, è stato scoperto a Parigi e qui arrestato il 22 settembre: è stato tradito dai suoi contatti sui social network. Da allora, comparendo davanti al giudice francese, si è opposto più volte all’estradizione, fino a capitolare il 5 gennaio.

Sono intanto slittati al 26 gennaio gli esami commissionati dal pm Laura Galli al Ris di Parma: oltre al frammento osseo trovato sulla riva del Po a Boretto, il cui Dna sarà comparato a quello di Saman, ulteriori esami genetici saranno fatti su alcuni abiti di Hasnain, tra cui un raffronto con tracce trovate su vestiti di altri indagati.