Novellara (Reggio Emilia), 8 giugno 2021 - Avanza su due binari l'indagine per la scomparsa di Saman Abbas, tra Novellara e la Francia. Nelle campagne reggiane, infatti, continuano le ricerche del cadavere della diciottenne pakistana, che secondo gli inquirenti sarebbe stata uccisa dai familiari per aver rifiutato un matrimonio combinato nel Paese d'origine.
AGGIORNAMENTO Saman Abbas, il cugino presto in Italia
In particolare oggi sono in programma altri carotaggi nel terreno per agevolare il lavoro delle unità cinofile, che torneranno in campo domani. Giornata in cui i carabinieri inizieranno a utilizzare anche il magnetometro, uno strumento in grado di rilevare discontinuità nel terreno. Non è escluso un sopralluogo da parte del procuratore reggente Isabella Chiesi e del sostituto Laura Galli.
Nel frattempo i militari del nucleo investigativo e il servizio centrale di polizia del Ministero dell'Interno hanno intensificato i contatti con la polizia francese per farsi consegnare il cugino Ikram Ijaz, arrestato oltre confine mentre lo scorso 30 maggio mentre era diretto a Barcellona. Si stringono dunque i tempi per ottenere l'estradizione. Proseguono le ricerche degli altri indagati in collaborazione con la polizia di Francia, Spagna, Svizzera, Belgio e Regno Unito. Gli inquirenti ritengono che lo zio si trovi in Europa mentre i genitori di Saman sono tornati in Pakistan.
La Comunità pakistana: "Salvare le ragazze come Saman"
E' una ''seconda generazione che soffre'' quella delle giovani pachistane in Italia, dove si sono formate una propria ''identità culturale individuale rispetto all'identità di gruppo della prima generazione, un modello che non accettano''. E dove si descrivono come ''vittime'' e chiedono di essere ascoltate e capite, dicendo ''io scelgo, io decido''. Per questo, dicendosi ''molto triste per la libertà negata'' a Saman Abbas, il rappresentante della comunità pachistana in Italia, Ahmad Ejaz, dice all'Adnkronos che ''in questo momento è molto importante capire se sia viva o morta. Ed è molto importante salvare le altre ragazze come lei''. Perché quello di Saman non è un caso isolato. ''Sono arrivate da noi alcune ragazze pakistane di Brescia, Milano, Bologna, Reggio Emilia che si sono definite vittime'', spiega Ejaz, denunciando come il matrimonio forzato che i genitori di Saman le volevano imporre ''non è una pratica solo di questa famiglia''. E ricorda come ''solo un anno e mezzo fa Sana Cheema a Brescia è stata uccisa'' per essersi opposta al volere dei genitori sulle nozze combinate. Purtroppo ''ci sono centinaia di ragazze che hanno accettato il matrimonio combinato'', ma ci sono ''tante altre che rivendicano 'io sono mia', e lo scrivono sui social'', spiega Ejaz, che ha fondato l'associazione 'Nuove Diversità' e il giornale online in urdu 'Azad'.