Novellara (Reggio Emilia), 27 maggio 2021 - Saman Abbas era tornata nella casa della famiglia a Novellara per riavere i suoi documenti - come riporta l'Ansa -. Poi la ragazza pakistana ha rifiutato e denunciato il tentativo di nozze combinate con un cugino e successivamente è scomparsa. Mentre i suoi genitori sono partiti di tutta fretta per il Pakistan. E dopo che sono state visionate le immagini della videosorveglianza, installata nei dintorni della casa, la Procura ha avvalorato l'ipotesi che la 18enne pakistana fosse stata uccisa.
Aggiornamento Indagati i genitori e lo zio della ragazza scomparsa
Dallo studio delle immagini, infatti, è emerso che alle 19,15 del 29 aprile, le telecamere hanno immortalato tre persone – con due pale, un secchio con un sacchetto azzurro, un piede di porco e uno strumento da lavoro – dirette verso i campi sul retro dell’abitazione, in via Colombo a Novellara, per poi rientrare pochi minuti prima delle 22.
Ragazza pakistana scomparsa: ora l’ipotesi è l’omicidio di Saman Abbas
Cosa erano andati a fare con quegli arnesi a quell’ora nel campo? Si erano liberati di qualcosa, forse di un corpo? Pochissimi giorni dopo la partenza improvvisa dei genitori per il Pakistan, con un volo da Malpensa. Ma la giovane figlia non era con loro, come dimostrano i nomi dei passeggeri di quel volo. Ovviamente quella dell’omicidio è per ora un’ipotesi, in attesa di trovare prove certe. Di certo è che l’11 aprile la 18enne aveva deciso di lasciare la comunità educativa dove era stata ospitata dalla fine del 2020, per tornare dalla sua famiglia, a Novellara. Da qui era stata allontanata dopo il tentativo di nozze combinate dai genitori tra lei e un cugino, in Pakistan. Nozze poi fallite grazie alla denuncia della stessa Saman, contraria a quel matrimonio. I due genitori erano stati inoltre denunciati. I carabinieri, saputo della sua partenza dalla comunità dove era stata ospitata, l’hanno cercata a casa per concordare una nuova collocazione protetta. Dal momento in cui Saman tornò a casa sua, a quando i carabinieri andarono a cercarla, il 5 maggio, trascorsero tre settimane.
Secondo quanto riporta l'Ansa, la ragazza si era voluta allontanare dalla comunità protetta e tornare a casa per avere i suoi documenti. La ragazza era stata collocata nella comunità quando era ancora minorenne, il 27 ottobre, con un intervento urgente richiesto dalla Procura per i minorenni di Bologna dopo che la stessa giovane aveva chiesto aiuto ai servizi sociali, perché non condivideva il progetto della famiglia di essere la sposa di un cugino in Pakistan. Ad aprile ha però deciso di allontanarsi e rientrare, nonostante le fosse stato sconsigliato dagli operatori
Quando i militari sono andati a casa della ragazza, lei non era in casa, così come i genitori, a quanto pare partiti per il Pakistan, giustificando il viaggio con gravi problemi di salute di una loro congiunta. E’ scattata l’indagine, inizialmente per sequestro di persona, poi per un possibile omicidio. Al momento le indagini proseguono per rintracciare i genitori, che risultano indagati, oltre che la parte offesa, attivando i canali della collaborazione internazionale tra forze dell’ordine. Anche oggi, inoltre, si sono svolti accertamenti del nucleo cinofili dei carabinieri nella zona attorno all'abitazione di via Colombo e nei campi circostanti.
Il procuratore: "Finora non è stato trovato nulla"
"È stato predisposto un piano di ricerca dei fuggitivi, i familiari di Saman Abbas, e parallelamente sono state attivate ricerche anche del corpo della ragazza «nelle immediate vicinanze della sua abitazione, anche mediante lo svuotamento dei canali di irrigazione, avvalendosi sia di squadre cinofile che dei vigili del fuoco. Allo stato non è stato rinvenuto nulla", lo riferisce il procuratore di Reggio Emilia Isabella Chiesi. "Le indagini proseguono per accertamenti e individuazione certa degli indagabili e della persona offesa anche all'estero. A tal fine sono già stati attivati i canali della cooperazione internazionale", aggiunge.
Venerdì sera un sit in per Saman
Il Comune di Novellara ha organizzato per domani sera, venerdì 28 maggio, alle 21, un sit in in piazza Unità d'Italia, in segno di "solidarietà e speranza" per Saman. A tutti i partecipanti l'amministrazione chiede "di portare una torcia per illuminare il buio".
Salvini: ho chiamato il prefetto
"Ho chiamato poco fa il prefetto di Reggio Emilia per avere informazioni aggiornate su una vicenda molto preoccupante", lo scrive su Facebook il leader della Lega Matteo Salvini, con riferimento alla scomparsa di Saman Abbas. "Ci auguriamo innanzitutto che Saman Abbas stia bene - aggiunge la deputata leghista Benedetta Fiorini - ma cresce l'apprensione per la sua sorte". I "suoi genitori sarebbero tornati improvvisamente in Pakistan: circostanza che rende la vicenda ancora più inquietante e che impone anche una riflessione sul senso di integrazione e di condivisione dei valori occidentali -oltre che delle nostre leggi- da parte di extracomunitari che chiedono di vivere in Italia", aggiunge la parlamentare del Carroccio.
"La nuova legislazione sul Codice rosso, fortemente voluta dalla Lega, prevede un dispositivo particolare per combattere i matrimoni forzati e le violenze in famiglia", ricorda il capogruppo della Lega in Consiglio comunale a Reggio Emilia Matteo Melato. "Eppure, in questi casi, spesso un ruolo importante lo hanno gli amici, i vicini di casa o i colleghi di lavoro. Chi sa, parli. L'Italia è un Paese libero e non tollera la barbarie".
La sindaca di Novellara: "Nutriva ribellione"
"Dopo l'11 aprile si sono perse le tracce di lei. E' stata in comunità per quattro mesi, poi ha scelto di lasciare il regime di protezione e di tornare a casa. Non sappiamo se sia stata forzata da qualcuno che magari aveva contatti con lei". Così la sindaca di Novellara, Elena Carletti, racconta di Saman Habbas. "Dagli anni '90 - continua la sindaca - abbiamo conosciuto qui da noi una forte migrazione generata da motivi prettamente economici da parte delle popolazioni indiane e pachistane. Che oggi convivono ben integrati. Hanno messo radici qui, i sikh hanno costruito il proprio tempio e abbiamo anche un centro islamico frequentato sia da pachistani, sia da marocchini che condividono gli spazi di preghiera. Non è la prima volta che si verifica un caso di questo genere, altre volte nella Bassa ci sono state segnalazioni di matrimoni forzati che portano poi a una situazione di lacerazione familiare. Ma è la prima volta che viviamo un dramma come quello di Saman. Lei nutriva un fermento, una forma di ribellione comprensibile e naturale. Lo conferma il fatto che quando contattò i nostri servizi chiese di essere salvata quando le cose stavano precipitando. Non sappiamo perché abbia voluto fare ritorno a casa poi. Il Comune si costituirà parte civile? Valuteremo in un eventuale sviluppo processuale, ora l'importante è che Saman sia viva", conclude la Carletti.