Reggio Emilia, 18 dicembre 2023 - Per domani è attesa la sentenza di primo grado del processo per l'omicidio di Saman Abbas, la 18enne pakistana trovata sepolta sotto un rudere a Novellara, in strada Reatino: una vicenda che ha sconvolto e commosso l'Italia, ha suscitato riflessioni e polemiche, ha coinvolto anche l'operato dei governi di due Paesi e ora si appresta al primo, attesissimo vaglio della Corte d'Assise che si pronuncerà sulla responsabilità penale dei cinque familiari imputati.
Della giovane si persero le tracce il primo maggio 2021 finché il suo cadavere non fu fatto ritrovare nel novembre 2022 dallo zio Danish Hasnain, uno dei cinque imputati insieme al padre Shabbar Abbas, alla madre Nazia Shaheen (tuttora latitante), i cugini Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq.
Il movente indicato dalla Procura per la morte della giovane è la sua opposizione alle nozze combinate con un cugino in Pakistan, la volontà di affermare il suo amore per un giovane connazionale - Ayub Saqib, ora costituito parte civile - osteggiato dalla famiglia di lei; nonché la scelta di vivere diversamente da quanto prescrivono i dettami culturali musulmani e pakistani.
Il procuratore capo Calogero Gaetano Paci e il pubblico ministero titolare del fascicolo Laura Galli hanno chiesto per i genitori l'ergastolo: devono rispondere di omicidio volontario con le aggravanti della premeditazione, dei motivi abietti e comunque futili e di aver commesso il fatto verso una discendente.
Sono stati chiesti invece 26 anni per gli altri tre imputati, accusati dello stesso reato (ma senza l'aggravante di aver agito contro una discendente. Per lo zio Hasnain, è stato domandato il riconoscimento delle attenuanti generiche, in equivalenza alle aggravanti, alla luce della collaborazione che lui prestò agli inquirenti per far trovare il cadavere della vittima.
Pure per i due cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq, sono state domandate le generiche equivalenti alle aggravanti, in relazione alla giovane età e per il rapporto di sudditanza nei confronti dei due parenti più vecchi (Abbas e Hasnain). Per tutti e tre alla pena base di 24 anni vengono aggiunti altri due anni in continuazione con l'accusa di soppressione di cadavere.
Per il sequestro di persona la Procura ha invece chiesto l'assoluzione. Al culmine delle arringhe, tutte le difese hanno chiesto l'assoluzione per i propri assistiti. Domani mattina la parola passerà di nuovo agli avvocati dei cinque familiari per terminare il giro delle repliche iniziato nella scorsa udienza con pm e parti civili.
Poi, come da tempo ventilato, dovrebbe prendere la parola il padre di Saman, Shabbar Abbas per fare dichiarazioni spontanee, facoltà che hanno anche gli altri imputati. Poi la Corte d'Assise, presieduta dal giudice Cristina Beretti, a latere Michela Caputo e i membri popolari, si ritirerà in camera di consiglio per scrivere il dispositivo della sentenza.