Reggio Emilia, 7 giugno 2022 - "La priorità è la ricerca del corpo della povera Saman Abbas". Quasi una promessa, scandita durante l’intervento introduttivo. A Reggio Emilia la cerimonia per commemorare i 208 anni di vita dei carabinieri è stata l’occasione non solo per stilare il bilancio di un anno di attività nei diversi ambiti, ma anche per tracciare la rotta dei prossimi interventi. E tra questi non poteva mancare il ritrovamento del corpo di Saman (per darle almeno una degna sepoltura), la ragazza di 18 anni scomparsa da Novellara tra il 30 aprile e il primo maggio dell’anno scorso, secondo l’accusa uccisa perché si opponeva a un matrimonio combinato con un cugino in patria. Il processo per la sua scomparsa inizierà davanti alla Corte d’Assise il 10 febbraio prossimo: sono stati rinviati a giudizio i genitori (latitanti), lo zio e i due cugini di Saman. È probabile che fino al 10 febbraio zio e cugini rimarranno in carcere.
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A Reggio nell’ultimo anno ci sono stati cinque omicidi: il più dirompente per impatto sull’opinione pubblica e contesto è stato sicuramente quello della 18enne che ieri il comandante provinciale dei carabinieri di Reggio, il colonnello Andrea Milani, ha ricordato così: "È una vicenda che più di ogni altra ha scosso la coscienza della nostra comunità, le ricerche del corpo della povera Saman Abbas rimangono una priorità". In questo senso, "incessante è stato lo sforzo investigativo profuso, che ha consentito, tra l’altro, la cattura, in Francia e in Spagna, dello zio e dei cugini della giovane vittima, ritenuti i presunti autori del suo efferato omicidio assieme ai genitori ancora latitanti". Risultati, ha proseguito il comandante provinciale, che "non sono il frutto del caso, ma di un lavoro intenso, sistematicamente condotto con il corale impegno di tutte le forze di polizia e dell’autorità giudiziaria".
E proprio nei giorni scorsi è stato fatto un altro tentativo organizzato di ritrovare il corpo della ragazza a Novellara. Anche in questo caso però le ricerche si sono sono risolte in un nulla di fatto. Sono stati scandagliati alcuni pozzi mai esplorati in passato in un ex caseificio abbandonato nei pressi di un’azienda agricola dove abitava la famiglia di Saman. Gli edifici erano stati controllati l’anno scorso, i pozzi invece non erano stati passati in rassegna perché erano sommersi dalla vegetazione spontanea: il proprietario dell’area di recente si è ricordato della presenza di questi quattro pozzi e li ha segnalati agli inquirenti.
La task force è stata composta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Reggio Emilia, la squadra cinofila di Bologna e i sommozzatori dei vigili del fuoco: è stato sguinzagliato lo stesso cane molecolare che ha individuato il cadavere di Giuseppe Pedrazzini (il pensionato di 77 anni trovato morto a Toano, in provincia di Reggio, l’11 maggio scorso, dopo alcuni mesi dalla sua scomparsa), nel pozzo vicino casa.