
Primo giorno di saldi: i commercianti del centro storico vivono questa stagione senza farsi grandi illusioni
Nell’accorato auspicio di una commerciante di via Toschi si sente lo spirito che caratterizza questi saldi invernali, appena partiti. "Noi speriamo che siano il nostro Natale", ammette Francesca Caito, titolare di Bakery boutique. A indicare un trend non esattamente positivo che si trascina dalle Feste, e allo stesso tempo un cauto ottimismo per i giorni a venire.
Non certo l’unica a vederla in questo modo, a Reggio, dove i negozi tradizionali sono sempre meno e faticano, per una serie di concause annose e arcinote; tuttavie le eccezioni esistono. Da un rapido giro negli esercizi del centro, ieri mattina 4 gennaio, giorno dello start, emerge un quadro non proprio omogeneo, con punte di accesa desolazione per i bassi consumi alternate a commenti – pochi – fiduciosi. O perlomeno possibilisti.
"Il nostro target è formato principalmente da adolescenti che adorano le sneakers, che si estende ai genitori ma anche ai nonni, che comprano per i nipoti, perciò l’aspettativa è molto elevata, sulla scorta del periodo natalizio, andato bene – rivela la giovanissima commessa del negozio all’angolo fra via Toschi e via Fornaciari - C’è chi entra e sa già la scarpa che vuole, chi considera il budget ed era intenzionato a una semplice perlustrazione, ma esce con l’acquisto". Disamina di segno opposto si registra da Pulse, nell’immobile di fianco al Duomo, che vende articoli sportivi di marca: "Ammetto di nutrire aspettative disastrose. La maggior parte delle persone entra, dà uno sguardo per farsi un’idea, cerca l’occasione. Ma di compere non se ne vedono tante e il web è un competitor troppo difficile" – spiega Andrea Vecchi, contitolare. Nelle parole del negoziante spicca una nota di amarezza diffusa, riferita all’intera gestione del centro storico e alle sue criticità, cresciute nel tempo: "Siamo aperti dal 2016 ma ora stiamo attraversando una fase davvero calante, che investe il nostro e altri settori. Nel pomeriggio piazza Prampolini si svuota e ciò acuisce il senso di insicurezza dei clienti".
"L’ago della bilancia si sposta dal segno positivo al negativo non tanto perché la gente non ha più potere d’acquisto, ma perché non ha una rete di incentivi che la porti a spendere – osserva Silvia Bisi di Enrica Boutique – Il paesaggio dei negozi sfitti è frenante e l’offerta manca. Alla gente piace fare shopping e i saldi risollevano la situazione, ma è temporaneo. Fermo restando che ormai partono troppo presto, per far convergere in centro la gente occorre subissarla di eventi. E’ l’unica condizione per ricreare giro".
Marco Zanetti riporta la barra del timone a dritta, affermando: "Qui da Gazzotti Sport il primo giorno abbiamo visto tanta gente entrare decisa, con l’intenzione di acquistare. Il Natale? In linea con quelli precedenti, ma le Festività fanno storia a sé e si spalmano in maniera completamente diversa rispetto ai saldi. Considerato poi che l’acquisto andrà a scemare col prosieguo dei mesi, meglio partire bene i primi giorni".
Ne fanno un discorso di ampio respiro Walter e Fausta Garavaldi, in via Toschi da due anni con Alviero Martini 1a Classe: "Una cosa penso di poterla affermare. La questione del commercio non si risolve con i saldi – dice il pellicciaio – Vendiamo un tipo di capo che non attende il saldo, ma ci rendiamo conto dell’andamento del mercato. La gente entra sempre meno nei negozi e se è costretta a economizzare, l’abbigliamento passa in second’ordine".