Roberto Neulichedl: "Reggio come città Erasmus. Abbiamo grandi potenzialità"

Il nuovo assessore alla tutela ambientale e all’università, in quota Movimento 5 Stelle "Interpreto l’organizzazione sociale come quella di un’orchestra, sul piano pedagogico".

Roberto Neulichedl: "Reggio come città Erasmus. Abbiamo grandi potenzialità"

Roberto Neulichedl: "Reggio come città Erasmus. Abbiamo grandi potenzialità"

Quando è arrivato a Reggio, a 24 anni, aveva dovuto interrompere gli studi per ragioni economiche. All’inizio ha lavorato come facchino nei traslochi delle scuole, o come macchinista a teatro: "Sono orgoglioso di quella esperienza, spostando lavagne o dando il copale sulla graticcia del teatro Ariosto ho potuto toccare con mano Reggio. Quella stessa città che mi ha poi dato l’occasione di terminare la mia formazione".

Roberto Neulichedl, originario di Cavalese, oggi è assessore alla tutela ambientale e all’università nella nuova giunta di Massari, in quota M5s.

Come si sente ora che è fresco di nomina?

"Ovviamente provo grande soddisfazione, anche perché posso lasciare così il posto in consiglio comunale a Gianni Bertucci. La scelta di entrare nella coalizione partiva proprio dalla volontà di contribuire al governo della città: obiettivo raggiunto, nonostante le difficoltà e la divergenza di visioni nata nel Movimento 5 Stelle locale".

Lei è stato docente di pedagogia musicale nei conservatori di Alessandria, Bolzano e Modena; ha collaborato anche col ministero dell’Istruzione e dell’Università in progetti nazionali. Come vede la dimensione universitaria reggiana?

"Negli ultimi dieci anni c’è stato sicuramente uno sviluppo di sedi e di iscrizioni rilevante, tra l’altro con alcuni settori che sono tra le punte di diamante della città, si pensi all’ambito dell’educazione e della formazione. Prima però vorrei precisare un paio di cose".

Prego.

"Innanzitutto al mondo universitario si affianca quello dell’alta formazione artistico-musicale del Peri. Entrambe le realtà, a dirlo è la Costituzione, sono autonome e il Comune non ha competenze dirette sui loro piani di sviluppo. Certo però la città può rendersi accogliente verso questi processi: tra le missioni di università e scuole ci sono la formazione e la ricerca, ma si tende a dimenticare la terza".

Quale?

"Le ricadute positive sul territorio e sul tessuto sociale, si pensi al ringiovanimento che una popolazione universitaria può dare alla città. Lì soprattutto il Comune può intervenire, favorendo progettualità e occasioni d’incontro. È l’opportunità anche per diventare una città Erasmus, facendo sì che i giovani dall’estero vengano qui portando idee e competenze, lasciando che la città diventi come un hub su cui incardinare certi tipi di progetti. Uno in particolare sarebbe il coronamento di un sogno: coinvolgere i ragazzi delle superiori e dell’università nelle scuole primarie e secondarie di primo grado. Per me, che tendo a interpretare l’organizzazione sociale come quella di un’orchestra, sarebbe molto interessante sul piano pedagogico".

Tra le sue deleghe anche temi più tecnici legati alla sostenibilità e all’inquinamento.

"Sarà importante trovare un ponte solido con l’assessorato all’ambiente, in modo da mettere a fuoco ogni aspetto dal punto di vista tecnico, ma non solo. La questione della tutela dell’ambiente è anche culturale, va inquadrata in quella che potremmo definire una filosofia di vita".

Riguardo la transizione digitale invece?

"È un mondo che oggi investe la nostra vita quotidiana. In ambito amministrativo le ricadute possono interessare la partecipazione cittadina ai processi decisionali, ma anche la macchina del Comune, dal sito alle aree dedicate ai servizi o la gestione del software, fino alla semplice revisione di alcuni regolamenti. È una partita grossissima che andrà inquadrata".

Giulia Beneventi