Reggio Emilia, 2 agosto 2024 – “Salve, volevo prenotare un tavolo per stasera, ma per caso serve la tessera del Partito Comunista? Fai schifo”.
Quando mercoledì Carlotta Bertolini ha alzato il telefono della sua attività, la birreria Keller di Modena, si è sentita dire anche: “Vergognatevi, comunisti, il vostro locale deve bruciare”. Il motivo di tanto clamore è un’intervista rilasciata al Carlino dalla 47enne, originaria di Albinea: “Voglio usare il mio locale per fare integrazione” ha detto, raccontando delle sue difficoltà nel reperire personale, soprattutto di origine italiana.
“Per la mia esperienza – ha aggiunto – le persone immigrate in Italia hanno davvero voglia di lavorare, e questo fa la differenza”. Quello che poteva limitarsi a essere disappunto, sui social o tramite telefonate anonime si è trasformato in odio, come quasi sempre accade purtroppo. Piccato anche il vicepremier Matteo Salvini, che su Instagram taccia le affermazioni di Bertolini di razzismo nei confronti degli italiani. “Cattiveria delle persone inaudita – commenta la titolare in un video di replica online –. Sicuramente certi lavori gli italiani non me li vengono più a chiedere, ma assumo ancora italiani o stranieri. Quello che vedo è che gli stranieri hanno più ‘fame’ di lavoro, se così si può dire”.
“Nei commenti sotto l’articolo mi hanno accusato di sfruttare gli immigrati pagandoli tre euro all’ora – aggiunge poi – cosa per me inaccettabile. Un mio dipendente, anche in prova, non prende mai meno di otto euro all’ora. Può prendere di più, fino a 10 all’ora, se gli vengono affidate determinate responsabilità come potrebbe essere la cassa, ma in generale io mi attengo sempre alle tariffe statali”.
Al momento il suo staff è composto da tre dipendenti fissi e due a chiamata, fermo restando che “d’estate lavoro la metà della metà rispetto all’inverno – spiega – e sto cercando appunto di trovare personale per la stagione fredda, ma faccio davvero fatica”.
Nelle ore successive la pubblicazione sono sbucate anche tre recensioni a una stella su Google: “Altri sui social mi hanno augurato di fallire, di ricevere un controllo della finanza – continua – altri ancora mi hanno scritto: ‘Muori’”.
“Io davvero non comprendo perché la gente debba massacrare gli altri online – conclude – ma di una cosa sono sicura, tra chi mi ha offeso nessuno è un imprenditore. Anzi, tantissimi messaggi di stima e vicinanza mi sono arrivati da chi come me ha una sua attività, perché siamo tutti sulla stessa barca”.