REDAZIONE REGGIO EMILIA

Riscoprire il piacere dell’ascolto. Più di 600 interventi otochirurgici. Trent’anni di eccellenza in provincia

Il dipartimento del dottor Bianchin assiste dal ’93 pazienti sordi, anziani e anche neonati, nel recuperare l’udito. Dal primo impianto di ’orecchio bionico’, nell’estate del 2021 è iniziata la sperimentazione robotica in 3D.

Riscoprire il piacere dell’ascolto. Più di 600 interventi otochirurgici. Trent’anni di eccellenza in provincia

di Bruno Cancellieri

Hanno superato quota 600 (ad oggi sono 607) gli interventi eseguiti dall’otochirurgia reggiana per vincere la sordità col cosiddetto orecchio bionico, cioè con impianti cocleari, nelle due sedi di Reggio e Castelnovo Monti. L’attività, iniziata nel 1993 quando il primo impianto fu applicato nell’otoiatria del Santa Maria Nuova ad un ceramista di Casalgrande colpito da otosclerosi, è stata perfezionata negli anni dal direttore dipartimentale Giovanni Bianchin con software sempre più innovativi capaci di pianificare interventi personalizzati grazie a tecniche tridimensionali.

Nell’estate 2021 fu sperimentata la robotica applicata al microscopio operatorio 3D. Il robot venne utilizzato per la prima volta a Castelnovo su una paziente di mezza età affetta da sordità progressiva non più correggibile con protesi tradizionali. Tra il 1993 e il 2023 sono state eseguite operazioni che hanno permesso a tanti adulti di udire bene e a decine di neonati sordi di scoprire la gioia dell’ascolto.

I pazienti di Bianchin e del suo gruppo di lavoro giungono da tutta la penisola a Reggio, sede di un centro otochirurgico tra i più quotati. Tra qualche giorno si affideranno all’équipe due fratellini di Palermo, sordi dalla nascita. Il primo impianto su un bambino fu eseguito nel nostro arcispedale nel dicembre 1994. Nel 2004 l’orecchio bionico di un piccolo operato permise poi addirittura al bambino di far parte della giuria dello “Zecchino d’oro”.

Il record del bimbo operato in più tenera età a Reggio appartiene a Salvatore: nel giugno 2014 gli vennero applicati impianti cocleari in entrambi gli orecchi a soli otto mesi. "Alla nascita udiva bene – ricorda Bianchin – ma tre giorni dopo il parto fu colpito da meningite. In questi casi, fortunatamente rari, occorre intervenire al più presto per evitare ossificazioni che non permetterebbero poi l’impianto cocleare. Normalmente, non applichiamo impianti prima dell’anno di vita, interveniamo dopo un adeguato periodo di osservazione e operiamo prima un orecchio poi, dopo un certo tempo, l’altro".

Nei primi anni Duemila in sala operatoria entravano soprattutto pazienti pediatrici, oggi è aumentato il numero dei pazienti adulti, complici da un lato l’inquinamento acustico e dall’altro il calo delle nascite. Da una decina di anni a questa parte non sono poche le persone che, oltre alle protesi mobili sempre più piccole e tecnologicamente avanzate, si affidano all’otochirurgia, per lo più sorde bilaterali ma anche affette da severe ipoacusie. Il 40% degli orecchi bionici viene impiantato in pazienti di età compresa tra 60 e 80 anni. Molti adulti vengono operati a Castelnovo Monti.

Nel capoluogo montano, gli audiologi e tecnici del gruppo di Bianchin seguono anche, per i necessari controlli, gli atleti delle squadre sportive di pazienti sordi. Sotto la Pietra è sorto infatti il loro Centro federale nazionale. Dei 30 anni dell’otochirurgia reggiana si è parlato nei giorni scorsi in città nell’ambito di un convegno curato da Giovanni Bianchin e dal suo gruppo di chirurghi, audiologi e audiometristi. Insolito il tema: “Luoghi comuni fuoriluogo in audiologia e otochirurgia”, che ha denunciato false convinzioni come l’attesa sinora vana dell’impiego di cellule staminali nei bambini privi di udito, che ottiene soltanto un dannoso rinvio dell’impianto cocleare.