Al terzo tentativo ce l’ha fatta, Ted Philipakos. Da agosto 2021, l’ex amministratore delegato della Reggiana ai tempi della gestione di Mike Piazza, insieme al fratello Peter (ex calciatore professionista proprio in Grecia), ha preso il controllo dell’Athens Kallithea Fc, sfiorando per due anni la promozione nella massima serie greca (Super League), fino alla cavalcata trionfale chiusa un paio di mesi fa con 6 punti di vantaggio sul Chania, nel Gruppo Promozione Sud. Difficile competere ad Atene con i colossi Aek e Panathinaikos (ma anche con l’Olympiacos che ha sede nella vicina Pireo), ma Philipakos, che per il ritorno nell’elite del calcio ellenico dopo 18 anni ha scelto per la panchina il 43enne Massimo Donati (accostato nel primo periodo quest’estate anche alla Reggiana), crede ciecamente nelle possibilità della piccola società della zona meridionale ateniese, come confidato alla rivista Undici: "Quando siamo arrivati abbiamo cominciato davvero da zero. C’erano appena due giocatori sotto contratto e un solo impiegato in società. E poi dovevamo ricostruire il rapporto con il pubblico, riallacciando il legame con i tifosi più vecchi e suscitando curiosità e attenzione nelle persone più giovani. Kallithea ha un sacco di potenziale, è in una zona centrale, lo stadio è a due chilometri dall’Acropoli, ha una comunità di centomila persone".
Non mancano di certo ambizione ed iniziativa al 42enne nato a New York, che da presidente del club ha creato una partnership con l’Emst, il Museo Nazionale di Arte Contemporanea di Atene e, modificata l’estetica dello stemma societario, ha incaricato il famoso studio di design tedesco Bureau Borsche per il restyling delle nuove maglie da gioco (prodotte da Kappa) di colore bianco-blu con inserti oro, attirando riflettori internazionali su una squadra sempre rimasta nell’ombra, sulla scia di quanto fatto a Venezia da Chief Brand Officer (responsabile del settore marketing), quando la casacca dei lagunari venne considerata dai siti specializzati tra le 10 migliori al mondo.
"Io amo il calcio, ma è molto di più di quello che succede nel rettangolo di gioco, se una squadra vince o una squadra perde. È bellezza, passione, storia. È la volontà di creare una community, di stabilire un legame forte tra il club e la gente". Particolare anche l’impianto di gioco, il suggestivo stadio "Grigoris Lambrakis" (ex attivista politico), sorto nel 1970 sopra una cava dismessa; tribune e rocce che si alternano ed un nomignolo "El Paso", adottato perché il contesto ricorda la scenografia di un vecchio film western con Clint Eastwood (Duello ad El Paso). Inevitabile a questo punto un excursus sull’esperienza vissuta alla Reggiana, prima nel ruolo di consulente poi di amministratore delegato. Collaborazione che rischiò di saltare da subito quando l’allenatore scelto da Philipakos, l’ex Roma e Perugia, nonché campione di Europa con la Nazionale greca, Traianos Dellas, una volta giunto a Reggio non firmò l’accordo (pare per una richiesta di sconto "last minute" sull’ingaggio da parte di Alicia Rickter, moglie di Mike Piazza, rispetto a quanto concordato in precedenza). L’amaro epilogo è arcinoto, con la "fuga" dell’ex campione di baseball ed il doloroso fallimento della Reggiana. Un comportamento che colse di sorpresa anche Philipakos. "They ghosted us", sottolineò mesi dopo alla testata americana "The Athletic", la social media manager Sonya Kondratenko, da sempre irrinunciabile collaboratrice di Ted, che ha seguito anche nelle tappe successive (Kallithea compresa). Ricordi cupi, fortunatamente lasciati alle spalle. Il presente, per il popolo granata, ha tutt’altro sapore.