di Lara Maria Ferrari
Da ieri una targa in onore di Giacomo Matteotti, a cento anni dalla morte, fa bella mostra di sé in via Don Minzoni, pieno centro storico di Reggio Emilia, a ricordare il rapimento e l’assassinio del politico e antifascista avvenuti per mano del regime.
"Un anno l’iter necessario per arrivare a questo obiettivo, fortemente voluto da tutti i presenti", specifica Gianandrea Ferrari dell’Archivio Fai reggiana indicando Ermete Fiaccadori di Anpi, che legge le righe con cui il duce si addossò la responsabilità di quel delitto, Eliana Bartoli di Cucine del Popolo e Alessandro Incerti di Istoreco.
A distanza di un secolo dal sequestro e dall’uccisione di Matteotti, una pietra in marmo di Carrara ricorda la grande e carismatica figura del politico e giornalista, e il delitto compiuto il 10 giugno 1924 a Roma ad opera di una squadra fascista, per le denunce che l’uomo fece dei brogli elettorali e del clima di violenza che portò l’avvento al potere di Mussolini il 6 aprile 2024.
"Tre argomenti per cui ha molto senso un’intitolazione come questa, oggi – attacca vicesindaco Lanfranco de Franco –. Il delitto Matteotti testimonia le violenze fasciste nell’Italia liberale; la biografia breve di Matteotti attesta ciò che è stato il fascismo e i soprusi, gli assassini iniziati in quel periodo. La sua vicenda, preludio alla dittatura, insegna a non sottovalutare e a non voltarci dall’altra parte. Secondo motivo, Matteotti anche da morto faceva paura ai fascisti per il suo essere estremamente popolare e amato: è uno dei toponimi più presenti nelle città italiane e il fascismo ha lavorato per offuscarne il ricordo".
La terza motivazione, per de Franco, è la più attuale, ovvero la seconda riga dell’insegna, ‘Assassinato dai fascisti’ perché, dice, "sono sicuro che qualcuno passando si offenderà. Che scriverlo costituisca per qualcuno motivo di rivendicazioni o offesa, nell’Italia democratica e costituzionale di oggi, ci rammenta quanto sia importante ricordarlo".
Cristian Sesena, segretario Cgil, rievoca l’affissione della targa nel vicino palazzo Ancini per ricordare l’assalto dei fascisti alla sede originaria della Camera del Lavoro, che sorgeva un tempo proprio in via Don Minzoni, altro nome illustre caduto nel 1923 sotto i colpi delle squadre fasciste.
La giornata è proseguita con l’inaugurazione alle 16 della mostra ‘1924-2024 Giacomo Matteotti – Resistenti e Resistenze’ nella ex ACI di via Secchi, a cui ha aderito il comitato Antonio Piccinini e che continuerà fino al 28 febbraio 2025. Orari: sabato e domenica, 10-13/16-19.