Reggio Emilia, 14 dicembre 2024 – Sono pronti a tuffarsi nel vuoto, Alessandra e Davide. In quello che toglie il fiato davvero e precede una speranza per la vita. Un rene per uno, due angeli che continueranno a tenersi per mano con amore: ecco il loro sogno. Arriva dopo nove record mondiali condivisi negli Stati Uniti, uno in più per lei in una gara solo femminile, un altro europeo per entrambi. Totale, undici risultati di massimo livello, nelle grandi formazioni sequenziali di paracadutismo. Si tratta di gruppi numerosi, anche oltre duecento persone che si lanciano dall’aereo. E disegnano nel cielo con i propri corpi suggestive figure geometriche.
Hanno già vinto tante sfide, librandosi nell’aria, Alessandra Bertozzi, 59enne originaria di Gattatico (Reggio Emilia) e il marito Davide Coin, 57enne torinese, coppia che abita a Calderara di Reno (Bologna). Ma per loro il volo più delicato avverrà il 18 dicembre, quando saranno ricoverati all’ospedale Sant’Orsola di Bologna. Alessandra donerà un rene a Davide: “Sarà il mio regalo di Natale per lui”.
Tutta la storia di Alessandra è legata al cielo: libertà, emozioni e autorealizzazione. Ed è stato il paracadutismo a fare incontrare e innamorare lei e il marito. “Ho sempre avuto il sogno del volo, fin da piccola. La vena intraprendente l’ho presa da mio padre: pure lui voleva provare sempre cose nuove. Gli ultimi anni della vita di papà, che morì nel 1998, furono segnati dall’Alzheimer: ciò mi spinse a realizzare i miei sogni e così nel 1997 decisi di iscrivermi a un corso di paracadutismo a Reggio”. Per dieci anni fece alpinismo, ma poi Bertozzi tornò ai lanci: “Sentii parlare di un francese, Patrick Passe, che girava per trovare persone adatte alle formazioni da 6-10. Venne a Reggio Emilia e mi presentai: 16 anni fa mi selezionò e conobbi anche Davide, che si dedicava ai lanci a 4, gli unici fattibili in Italia. Passe ci scelse per un addestramento in Polonia. Undici mesi dopo il nostro rientro, ci sposammo: era il 2009”.
La vita di Alessandra cambiò per sempre. Lei, laureata in Economia, faceva l’ispettore: per conto della Regione verificava che le risorse destinate dal Fondo sociale europeo ai corsi venissero usate in modo regolare. Coin, ingegnere, lavora tuttora per un’azienda bolognese: “Dal 2014 andammo all’estero dove lui si spostava per la sua professione. Siamo stati in Cina per due anni e poi in Giappone per altri sei”. Si sono dedicati al paracadutismo, con grande successo. Ma nel 2023 sono dovuti tornare a Calderara: “Davide ha un solo rene che negli ultimi due anni è peggiorato molto. Si è reso necessario un trapianto, ma la lista d’attesa era di due anni, così ho deciso di donarglielo io”. Appena un mese fa, il 6 novembre, la coppia ha realizzato l’ultimo record mondiale ad Eloy, in Arizona, con lanci da 5.500 metri: “Conta non solo il numero di partecipanti, ma la difficoltà tecnica. Eravamo in 151 persone da 27 Paesi, sette gli aerei: abbiamo realizzato due diverse figure nello stesso lancio”. Con loro anche un altro italiano, Francesco Sforza. Quattro i videomen che hanno ripreso tutto: Willy Boeykens, Ralph Wilhelm, Alex Swindle e Mark Kirschenbaun. “Rimanere lucidi e concentrati in un momento come l’uscita dall’aereo - racconta Alessandra - mi fa pensare che posso affrontare qualsiasi sfida, anche la più grande di tutte tra pochi giorni”.
Fatta l’operazione, li aspettano i tempi di ripresa: “I chirurghi ci hanno detto che è possibile ricominciare col paracadutismo. E noi vogliamo vincere non solo la sfida per la vita, ma anche quella per farla ritornare la nostra di sempre”.