REDAZIONE REGGIO EMILIA

Referendum, Reggio maglia nera nell’affluenza

Mai così bassa la partecipazione: 17,38% contro una media nazionale del 20,9%. Il Comune più alto è Viano, il più scarso Casalgrande

Il referendum sul tema giustizia è stato un flop in tutta Italia, ma a Reggio ancor di più. L’affluenza nelle urne della nostra provincia infatti ha toccato solo il 17,38%, un dato più basso rispetto alla media nazionale del 20,9% e la percentuale più bassa dell’Emilia-Romagna. Hanno votato ‘solo’ in 67.638 su 389.111 aventi diritto al voto nel reggiano. Se escludiamo Campegine (che per ovvi motivi, ossìa le elezioni Comunali, è risultata quella con la percentuale più alta in cabina elettorale), il Comune in cui si è votato di ‘più’ – usando un eufemismo vista la bassissima affluenza – è stato Viano che col 19,97% si avvicina quantomeno alla media italiana. Seguito a ruota da Rio Saliceto col 19,69%, Gualtieri col 19,35% e Albinea col 19,04%, gli unici a superare 19 punti. Maglia nera a Casalgrande col 14,75% e Baiso col 14,97%, gli unici a scendere quota 15 punti.

Non essendo raggiunto il quorum, i voti servono solo alle statistiche: da noi sono prevalsi più i ‘Sì’ che i ‘No’. Sull’incandidabilità dopo la condanna, ha prevalso il ‘No’ col 50,79% mentre il 49,21% avrebbe voluto abrogare la Legge Severino. Sulla limitazione delle misure cautelari, il Sì ha toccato 51,22%.

Quasi un plebiscito (70,92%) sul ‘Sì’ alla separazione delle carriere dei magistrati così come sugli ultimi due quesiti: il 69,09% dei votanti avrebbe voluto membri laici tra i consigli giudiziari, mentre il 69,48% avrebbe voluto nuove modalità di elezione dei componenti togati del Csm. Tra i numerosi commenti politici di ieri, durissimo quello di Maria Edera Spadoni, vicepresidente della Camera e parlamentare del M5s: "L’affluenza più bassa della storia dei referendum in Italia pericolosi per la giustizia e distanti dalle reali esigenze del Paese. Un fallimento totale delle destre. Salvini, Berlusconi, Renzi, e company, come sempre lontani anni luce dalla realtà, con la loro propaganda sono riusciti a screditare l’unico strumento di democrazia diretta di cui disponiamo".

Per Aragona, coordinatore provinciale Fd’I, occorre "aprire una seria riflessione sui referendum, sulle modalità di utilizzo degli strumenti della democrazia diretta. La giustizia è una grande questione ed è un’occasione persa". Emanuele Cavallaro, sindaco Pd di Rubiera, una proposta la elabora: "Bisogna fare meno referendum e che interessino. Non posson bastare 100mila firme, ma almeno un milione. Altrimenti si rischia di buttare soldi". Per Benedetta Fiorini (Lega) si tratta "di un’occasione storica persa per il Paese, ma grazie a chi ha votato. Non smetteremo di combattere per dare voce a quei 10 milioni di italiani che hanno chiesto un cambiamento".

Daniele Petrone