REDAZIONE REGGIO EMILIA

Record di interdittive Rolli: "Frutto di indagini e lavoro interforze Più controlli nel privato"

Nel 2022 la nostra provincia è stata quella con più provvedimenti in Italia. Il prefetto: "C’era un arretrato quando sono arrivata, ma questo voleva. dire che alcune ditte stavano continuando a lavorare anche se infiltrate".

Record di interdittive Rolli: "Frutto di indagini e lavoro interforze Più controlli nel privato"

Prefetto Iolanda Rolli, stupisce scoprire che nel 2022 la nostra provincia sia stata quella con più interdittive d’Italia. La domanda banale è: siamo la città più mafiosa dello Stivale?

"Assolutamente no, ovviamente. Forse siamo quelli che, insieme alle forze di polizia e alla magistratura, hanno avuto un momento di particolare successo nelle indagini".

Certo, non sarà un caso.

"Nulla è un caso, perché questo risultato è frutto di un lavoro che è iniziato da quando sono arrivata a Reggio due anni e mezzo fa. Molte pratiche erano ferme. Ho voluto dare un’accelerazione, perché trovare un arretrato significa consentire alle aziende che non avevano i requisiti, di lavorare lo stesso".

Un aiuto è arrivato dalle indagini, diceva. Ci spieghi meglio.

"Quando sono arrivata era in corso il processo Aemilia e da molte parti sembrava che tutto fosse finito. Poi in questi due anni e mezzo ci sono state le inchieste Billions, Perseverance e Grimilde. Anche dai loro stessi nomi, come Perseverance, si è capito che questa situazione continuava a permanere. Un dato: su più di 40 aziende confiscate solo tre erano reali, le altre tutte scatole vuote. Di fronte a questo panorama ho sentito la responsabilità di fare qualcosa, nonostante le poche risorse disponibili in prefettura".

Sappiamo però che si è avvalsa dell’aiuto di tanti enti per avere questo risultato.

"Sì, è il gruppo interforze che se ne occupa. Abbiamo messo insieme carabinieri, guardia di finanza, questura, Dia, gruppo interforze centrale e in più l’ispettorato del lavoro".

Qual è la mole di lavoro che affrontano?

"Non so i numeri precisi, ma basti dire che all’inizio è stato imposto un ritmo di due riunioni al mese, con più di dieci pratiche da esaminare ogni volta. Abbiamo poi cominciato ad avere gli esiti di ritorno dei processi. E allora persone che venivano citate in questi processi logicamente erano più facilmente attaccabili dall’interdittiva. Sia che queste persone fossero titolari, sia che fossero parenti o frequentazioni".

A questo si aggiungono i protocolli firmati con le amministrazioni, che estendono i controlli al settore privato. E’ così dappertutto?

"No, è una particolarità della nostra provincia. Già nel 2015 erano stati firmati con il comune di Reggio e poi con gli altri comuni, proprio per entrare nell’edilizia privata. Perché se anche si bloccano i lavori pubblici, si consente comunque di lavorare nel mondo privato. Ma nelle aziende infiltrate spesso si trova caporalato, utilizzo di prodotti non di prima qualità, contratti non rispettati: questo crea anche un rischio di concorrenza sleale nel mercato. Abbiamo poi aggiunto un addendum, un aggiornamento su alcune norme nuove, e l’obbligo di passaggio attraverso l’Ufficio associato di legalità della Provincia. Questo ha portato a un aumento del lavoro".

Come mai abbiamo più interdittive di Reggio Calabria, Napoli o Palermo secondo lei?

"Probabilmente nelle città del Sud, le aziende infiltrate non trovano più uno spazio di lavoro ampio, perché negli anni passati sono già state fatte molte interdittive. E così cercano altri luoghi".

Ma perché non inserire già nella legge statale i controlli anche sull’edilizia privata?

"La fonte lo prevede a livello di associazione di categoria, tanto è vero che il Ministero ha firmato un protocollo con Ance".

E noi perché non l’abbiamo fatto?

"Perché nei fatti era già previsto dall’articolo 83 del decreto legge".

Ad oggi quante interdittive sono state emesse nel 2023?

"Siamo già a 15. E vorrei sottolineare che delle 106 emesse l’anno scorso, vi sono stati solo 24 ricorsi con richiesta di sospensiva, tutti rifiutati dal Tar".

Saverio Migliari