ALESSANDRA CODELUPPI E ANTONIO LECCI
Cronaca

La reazione all’arresto della madre di Saman: "Altro che donna sottomessa, ha attirato in trappola la figlia"

L’avvocato del giovane fidanzato della vittima: "Ha avuto un ruolo nell’omicidio, ora deve pagare". La soddisfazione del sindaco di Novellara: "Questa è una vicenda che riserva ancora delle svolte"

Reggio Emilia, 1 giugno 2024 – I primi a esultare sono stati un ragazzo e un comune della Bassa reggiana. Da una parte l’ex fidanzato di Saman, Saqib Ayub, e dall’altra il paese di Novellara, sconvolto in questi tre anni da una vicenda tanto complessa da costringere l’amministrazione a organizzare corsi finanziati con un ’Fondo Saman’ per riflettere in paese sulla violenza sulle donne.

Nazia Shaheen è la madre di Saman Abbas; nel tondo il bacio tra Saman e il fidanzatino pachistano con cui voleva vivere all’occidentale
Nazia Shaheen è la madre di Saman Abbas; nel tondo il bacio tra Saman e il fidanzatino pachistano con cui voleva vivere all’occidentale

Il ragazzo di Saman ha preferito non parlare direttamente, ma ha commentato la sua avvocata Barbara Iannuccelli per conto anche del collega Claudio Falleti. "La sentenza di condanna all’ergastolo di Nazia ne ha certificato il ruolo di protagonista nell’omicidio della figlia – sottolinea la legale –. Il video dei tre che iniziano a percorrere lo stradello della serra ha ripreso la stessa che con gesto risoluto e deciso fermava il marito e proseguiva da sola con la povera Saman. È un gesto importante da leader e non da donna sottomessa. Lei ha accompagnato Saman da sola verso la morte ed è giusto che paghi per questo".

Non un ruolo marginale, né da succube, come avevano tentato di descriverla nelle prime fasi del processo. I giudici non hanno creduto a quest’ultima versione, condannando la donna all’ergastolo assieme al marito, senza poter escludere che sia stata proprio lei a uccidere la figlia.

E difatti anche la sindaca di Novellara, Elena Carletti, insiste molto sulla portata della svolta: "La storia di Saman non è ancora chiusa. Questo fondamentale tassello contribuirà a chiarire ulteriormente una vicenda tragica e a segnare un passo in avanti per la giustizia. Ora attendiamo i tempi dell’estradizione" premette il primo cittadino, che si è sobbarcata il dolore di un’intera comunità in questi anni, incredula davanti a quanto era successo.

Secondo la Carletti questa vicenda "continua a produrre svolte". E aggiunge: "Crediamo che sia stata fatta giustizia, con pene e condanne esemplari, tra cui due ergastoli. Ma restano ancora tanti dubbi, in particolare sul reale ruolo della madre di Saman, che sembra essere molto importante, basilare, in questa drammatica vicenda". Questo smentirebbe la tesi che le donne, nella cultura pachistana islamica più fondamentalista, siano poco considerate, emarginate da ogni ruolo decisionale.

“Un eccezionale successo governativo, diplomatico e del tribunale reggiano": così l’avvocato Liborio Cataliotti, difensore dello zio Danish Hasnain, condannato I grado a 14 anni per l’omicidio di Saman e la soppressione del cadavere, definisce l’iter che ha portato alla cattura della madre. Il legale aveva sostenuto che poteva essere stata anche Nazia Shaheen l’esecutore materiale dell’omicidio, usando un foulard che a suo dire sembrava intravedersi nelle immagini video. "Complimenti alla nostra diplomazia, e anche al tribunale reggiano – continua –: l’iter verso l’estradizione non è stato solo competenza della pubblica accusa. Ricordo quando il giudice Cristina Beretti, sull’arresto di Shabbar Abbas, ricordò l’impegno dispiegato dal tribunale con la Farnesina e il Viminale". Cataliotti, che chiese l’assoluzione di Hasnain, chiosa: "Mi auguro che questo nuovo passaggio sia di aiuto per scoprire la verità processuale".