REDAZIONE REGGIO EMILIA

Rapina al Caddy’s di via Tenni: "Ho fatto tutto da solo". Condannato a 3 anni e 4 mesi

Il colpo era avvenuto il 23 giugno 2023: l’imputato entrò a volto coperto, minacciando di sparare. Altri due complici erano a bordo dell’auto su cui il 60enne fuggì dopo il blitz: rinviati a giudizio.

Rapina al Caddy’s di via Tenni: "Ho fatto tutto da solo". Condannato a 3 anni e 4 mesi

Il giudice Andrea Rat

Una condanna e due rinvii a giudizio. Si è conclusa ieri l’udienza preliminare sulla rapina al Caddy’s di via Tenni 132, a Baragalla, avvenuta il 23 giugno 2023, per la quale figurano tre imputati. Nella scorsa udienza Andrea Tronci, 60 anni, detenuto nel carcere di Rieti dove si trova per altra causa, aveva ammesso la propria responsabilità: "Ho fatto tutto da solo".

Il giudice Andrea Rat lo ha condannato col rito abbreviato a 3 anni e 4 mesi, riconoscendo le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti del fatto commesso da più persone riunite e travisate, poiché lui indossava un passamontagna.

Il pubblico ministero Francesco Rivabella Francia aveva chiesto 3 anni e 6 mesi, con l’attenuante del danno di lieve entità prevalente sulle aggravanti. L’avvocato difensore Leonardo Teggi ha domandato che fossero concesse le attenuanti della rapina di lieve entità e quella del danno lieve prevalenti sulle aggravanti, oltre al minimo della pena. Secondo la ricostruzione investigativa, quel giorno, dopo un paio di sopralluoghi da parte di una presunta complice donna, entrò Tronci a volto coperto. Facendo intendere di essere armato, e minacciando di sparare, intimò a due commesse di consegnargli il fondocassa.

Prese 180 euro, fuggì su un’auto parcheggiata in zona, a bordo della quale vi sarebbero stati gli altri due, la 62enne Carmen Bertazzoni, residente a Reggio, e il 37enne Gianni Vassallo, di Sant’Ilario, alla guida.

Entrambi, difesi rispettivamente dagli avvocati Francesco Cupello e Paolo Bertozzi, sono stati rinviati a giudizio: il processo inizierà in aprile. Erano stati rintracciati il 20 febbraio dalla squadra mobile e sottoposti all’obbligo di firma. Il 60enne, invece, era stato sottoposto a una misura coercitiva nel carcere di Rieti, dove già si trovava.

al. cod.