GIULIA BENEVENTI
Cronaca

Quota 100 Reggio Emilia, Inps intasata di richieste. "Già 133 per la pensione"

"Tra poco tocca ai dipendenti pubblici"

Francesco Cimino

Reggio Emilia, 7 febbraio 2019 - Quota 100 da sogno a (possibile) realtà: nell’ultima settimana il numero di richieste via telematica ai patronati segna una linea in continua ascesa. Un vero e proprio boom. Già nell’ultimo periodo gli animi fremevano, all’idea di poter finalmente appendere al chiodo la veste lavorativa, e il controllo dei requisiti era il primo pensiero del mattino. Secondo i dati Inps aggiornati alle dieci di ieri mattina, in Italia sono esattamente 24.207 le richieste inoltrate. Erano 10.519 solo una settimana prima. In Emilia-Romagna se ne contano in tutto 1.248, e la provincia di Reggio si difende tra le altre con 133 richieste inoltrate (arrivavano a 35 secondo i dati aggiornati al 31 gennaio). Anche Modena mostra un picco d’aumento con 188 richieste, mentre resta in vetta Bologna con un totale di 305 e per ultima Piacenza con 54.

«Solo alle 13 del 5 febbraio, le richieste inoltrate a Reggio erano 107», spiega il direttore Inps di Reggio, Francesco Cimino. «Ovviamente in questi giorni si ha un aumento incredibile delle richieste di quota 100 – continua –, specialmente da chi lavora nel privato e ha la finestra pensionistica in apertura ad aprile». Lo stesso discorso non può essere fatto per i dipendenti pubblici, in particolare chi lavora nell’ambito della scuola: «Per i dipendenti scolastici la finestra aprirà ad agosto – spiega Cimino –. A breve arriveranno moltissime richieste anche da loro, presuppongo, dato che sono stati riaperti i termini per richiedere la pensione fino al 28 di febbraio». 

Quella delle quote 100 è una corsa vera e propria, che passa prima dall’accertamento dei requisiti necessari per richiederle (62 anni d’età e 38 di contributi). «Io non riesco ancora ad andare in pensione con la quota 100, perché ho 64 anni ma non abbastanza contributi. Mi piacerebbe però», dice uno dei nostri intervistati, Sergio Ponzini. C’è anche chi è più scettico, come Remo Martinelli, secondo cui «essendo il momento già delicato, visto che siamo in recessione, la quota 100 non mi sembra una norma molto intelligente»; o ancora Roberta Ferì, che si appella al senso civico: «Per me è una buona norma, l’importante è che allo stesso tempo non si vada a lavorare in nero».

Tra le voci cittadine il coinvolgimento sulla questione tocca anche altri aspetti, come il rilancio dell’occupazione giovanile. «Da un lato permette a molte persone di andare finalmente in pensione e iniziare a vivere, dall’altro c’è più spazio per i giovani», dice Claudio Serventi. Rimane il fatto che, a guardare i numeri, il decreto che già aveva ingolosito molti pensionandi ora li porta in massa agli sportelli dell’Inps o dei patronati, ogni giorno. «Certo questa è la fase iniziale, col decreto appena uscito», puntualizza il direttore Cimino. «Sicuramente ci sarà una crescita continua nei prossimi giorni, che col tempo si attenuerà».