Punto nascite, battaglia sulla riapertura

Il candidato governatore de Pascale (centrosinistra): "Non scambio voti per vite". Il sindaco Ferrari: "Noi non molliamo"

Punto nascite, battaglia sulla riapertura

Il candidato governatore de Pascale (centrosinistra): "Non scambio voti per vite". Il sindaco Ferrari: "Noi non molliamo"

Il punto nascite dell’ospedale Sant’Anna di Castelnovo Monti è una ‘patata bollente’ che l’ex presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, dopo le promesse glissate, lascia nelle mani del suo successore, perché la montagna non dimentica, l’argomento resta aperto. "Noi sulla sanità non molliamo – afferma il sindaco di Castelnovo e presidente dell’Unione Comuni Appennino, Emanuele Ferrari – e anche il punto nascite rimasto in sospeso è parte integrante dell’ospedale di Castelnovo e quindi rientra nei servizi che andremo a discutere con la nuova Giunta e il presidente della Regione che sarà eletto nelle prossime elezioni. Con il candidato Michele de Pascale il discorso è già stato fatto in occasione del recente incontro in cui ha parlato del nuovo patto della sanità in montagna che lascia ben sperare. Chiunque venga eletto, noi ci saremo". In realtà de Pascale, facendo leva sulle teorie scientifiche, già oggetto di battaglie con il comitato ‘Salviamo le Cicogne’ e la precedente giunta regionale, ricorda che "i professionisti ci spiegano che sotto un certo numero di nascite si mette in pericolo la salute delle madri e dei bambini, non si scambiano mai voti per le vite e a prescindere anche laddove promettessi l’apertura del punto nascite non sarà possibile farla il giorno dopo". Lo ha detto il sindaco di Ravenna, candidato del centrosinistra alla presidenza dell’Emilia-Romagna de Pascale, intervenendo a un convegno. Secondo il neo-sindaco Ferrari (già vicesindaco), la nuova giunta regionale ha bisogno di una visione complessiva del territorio della montagna con riferimento a servizi alle persone per evitare il continuo impoverimento demografico. "Se ci fosse stata la volontà di riaprire il punto nascite del Sant’Anna – aggiunge Ferrari – avrebbero potuto aprirlo subito senza difficoltà perché allora la struttura disponeva di tutti i servizi di collegamento, dall’anestesia alla rianimazione e tutto ciò che serve per salvaguardare la vita della madre e del nascituro, una rete di servizi collaterali di cui gli altri punti nascite non disponevano. Adesso quei servizi, con la chiusura del punto nascite, non esistono più, sono stati tolti e per ripristinarli ci vuole tempo e soldi. Però io dico che ormai è ora di smettere di spendere soldi sugli edifici, sulla struttura dell’ospedale: bisogna investire sui servizi che servono alla popolazione della montagna e rendere l’ospedale aperto a tutti com’era prima senza far girare le persone che necessitano di visite, cure o piccoli interventi, da un ospedale all’altro per tutta la provincia". Nella scorsa legislatura a difendere il punto nascite di Castelnovo, purtroppo senza successo, c’era il comitato ‘Salviamo le Cicogna’ presieduto da Nadia Vassallo (consigliera di minoranza). Amareggiata, dopo tante lotte inutili, a fine legislatura ha sciolto il comitato e non si più candidata. La Vassallo ha scritto su Facebook: "Se qualcuna o qualcuno di noi vorrà continuare la propria lotta lo farà a suo nome o attraverso altre sigle, ma il comitato Salviamo le Cicogne si ferma qui".

Settimo Baisi