ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

Processo Saman, il fratello difende la mamma: "È stata costretta. Lei in famiglia non conta nulla"

Nell’udienza fiume della settimana scorsa Haider ha detto che le donne non decidono. "Fa parte della nostra cultura"

Reggio Emilia, 3 novembre 2023 – Nel processo davanti alla Corte d’Assise per l’omicidio di Saman Abbas, anche oggi tornerà in aula Alì Haider, il fratello della 18enne pakistana uccisa a Novellara: lui, tuttora costituito parte civile, viene ascoltato come indagato in procedimento connesso, per la fattispecie di concorso in omicidio. Inoltre a suo carico la Corte presieduta da Cristina Beretti, a latere Michela Caputo (più i membri popolari), ha individuati diversi indizi di reità a suo carico dal 20 maggio 2021. Oggi dovrà finire di sottoporsi alle domande delle parti che avevano chiesto di sentirlo, infine a tutti gli altri legali per il controesame. Nell’udienza-fiume di martedì, Haider, che ha 18 anni, è stato sentito dietro un paravento, evitando che il suo sguardo potesse incrociarsi anche solo per un attimo con quello dei parenti imputati. Verso la chiusura, si è soffermato sulla posizione della madre Nazia Shaheen, descrivendola come una donna che ha dovuto sottostare alle direttive del marito Shabbar Abbas. A un certo punto Scarcella (difesa del cugino Nomanulhaq Nomanulhaq), ha rimarcato: "Tu dici che non avresti mai pensato che tua madre potesse fare qualcosa del genere, mentre il papà sì. Ma nelle immagini che abbiamo visto è la mamma che accompagna Saman, il padre si ferma prima e non fa niente". Il riferimento è alla videosorveglianza di casa Abbas, poco dopo la mezzanotte del primo maggio, quando Saman sparisce per sempre.

In aula per il processo Saman
In aula per il processo Saman

Haider risponde: "Quello che papà diceva a lei, mamma doveva farlo. Non poteva neanche parlare. Nella nostra cultura è così: le donne è come se non valessero niente". Scarcella cerca di interpretare il suo pensiero: "È come se la mamma fosse stata costretta?". Il ragazzo conferma: "Sì. Ogni volta che diceva qualcosa mio papà su qualsiasi argomento, lui le diceva di stare zitta e muta. Lei non poteva parlare".

Nell’udienza di martedì lui prima aveva detto che "Nazia accompagnava mia sorella. Guardava ciò che succedeva mentre mio zio portava Saman, poi è tornata indietro". Ha anche riferito di essere stato sulla soglia della porta e di aver assistito a questa scena: "Mia sorella camminava, mio zio Danish Hasnain la prese per il collo con l’avambraccio e la portò tra le seconda e la terza serra. Lui lo vidi intero, i cugini Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq solo la faccia perché erano nascosti". E che la madre, con gli altri imputati, aveva partecipato a una riunione per pianificare tutto. Poi martedì sera Scarcella gli ha chiesto se è vero che lo zio Hasnain fosse passato di notte a casa sua, dato che le telecamere non lo hanno inquadrato: circostanza, quest’ultima, che riguarda anche i due cugini Noman ulhaq Nomanulhaq e Ikram Ijaz, dato che tutti e tre sono stati ripresi alle 7.21 del primo maggio 2021. Haider ha ribadito con decisione che lo zio Hasnain ha trascorso la notte a casa Abbas.