Reggio Emilia, 16 gennaio 2019 - Ringraziare i propri dipendenti al momento della cessione di un’attività non è da tutti. Tanto più se lo si fa con un premio che arriva fino a 25mila euro. È così che Enzo e Maurizio Bartoli, titolari della Ice spa (Industria Chimica Emiliana) di Reggio Emilia, hanno voluto ricompensare i cinquanta dipendenti della loro sede reggiana, storicamente a gestione familiare, ceduta l’autunno scorso al fondo d’investimento americano Advent International.
"Era una decisione di cui eravamo già al corrente – racconta Roberta Manfredi, dipendente della Ice da 36 anni –. Mi riferisco anche al premio, di cui ovviamente siamo stati molto contenti. Non erano tenuti a farlo, ma hanno voluto riconoscere il nostro impegno dandoci anche un incentivo a lavorare bene come abbiamo fatto finora". La cifra, variabile in base all’anzianità di servizio e al ruolo ricoperto in azienda, ha raggiunto per ciascun dipendente somme consistenti, che vanno dai 5mila ai 25mila euro.
I soldi sono arrivati in una busta paga separata a inizio dicembre, due mesi dopo la cessione (30 settembre 2019). "Siamo stati per tanti anni proprio come una famiglia – continua la signora Manfredi –. Per qualsiasi dubbio o problema, i titolari erano sempre lì per noi, il rapporto coi dipendenti era molto amichevole". Oltre al fatto che, cedendo l’attività di famiglia nata nel 1949, entrambi i fratelli hanno mantenuto un ruolo dirigenziale o di consulenza pur abbandonando i ‘piani alti’.
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I soldi del premio, peraltro, arrivano direttamente dal patrimonio personale dei Bartoli. "Chiaro – precisa la dipendente – si percepisce della nostalgia, specialmente per quelli che lavorano qui da più tempo come me, più che per i neoassunti. Chi è ai primi posti della nuova scala gerarchica avrà bisogno di tempo per conoscerci, per conoscere l’azienda. L’approccio, com’è normale, non può essere come quello di chi conosce questa impresa da una vita, chi l’ha fatta nascere e crescere, ma abbiamo voltato pagina. Siamo pronti a impegnarci, come sempre, per lavorare al nostro meglio".
L’epilogo dolceamaro di una storia familiare di impegno e dedizione, durata settant’anni, e che dopo circa due anni di tentennamento ha cambiato bandiera al prezzo di 700 milioni. Questa è la storia di una gestione che sente lo scorrere delle lancette sempre più veloce e, come spesso fa chi mette al mondo, decide di farsi da parte nella consapevolezza che i tempi sono maturi per il cambiamento.