REDAZIONE REGGIO EMILIA

Poste nega un rimborso da 50 euro. Due dipendenti vanno dal giudice

Due lavoratori di Poste Italiane di una filiale di Reggio si sono rivolti al tribunale del lavoro per ottenere il...

Francesco Arcuri (. Confsalcom)

Francesco Arcuri (. Confsalcom)

Due lavoratori di Poste Italiane di una filiale di Reggio si sono rivolti al tribunale del lavoro per ottenere il riconoscimento di un rimborso di appena 50 euro, derivante da un errore commesso dall’azienda che la stessa ha già riconosciuto. Come spiega il sindacato Confsalcom, nei modelli Cud forniti da Poste ai dipendenti, era infatti presente un’inesattezza. I due lavoratori si sono quindi rivolti ai rispettivi Caf (centri di assistenza fiscale) per correggere le loro dichiarazioni dei redditi, sostenendo la spesa di appunto 50 euro.

Si tratta di un costo "che Poste avrebbe dovuto rimborsare, ma che ha negato imponendo per la richiesta di rimborso un termine che, per circostanze oggettive, non è stato possibile rispettare", spiega il segretario regionale aggiunto di Confsalcom Francesco Arcuri. Infatti "la risposta agli appelli rivolti ai responsabili d’area regionale, è stata limitata a un laconico riferimento a disposizioni nazionali seguito da un silenzio assoluto". Tuttavia, continua Arcuri, "è inaccettabile che un’azienda come Poste, con utili milionari, neghi un legittimo rimborso ai propri dipendenti per una spesa che essa stessa ha causato". E ancora: "La questione non è economica, ma di principio: i lavoratori meritano rispetto e non possono essere penalizzati per un errore aziendale riconosciuto". Oggi, chiude Confsalcom, "è stato quindi depositato il ricorso presso il tribunale del lavoro di Reggio, affinché un giudice possa decidere sulla legittimità del comportamento di Poste Italiane".