Reggio Emilia, 19 luglio 2023 – La nota ufficiale da parte della Reggiana che conferma l’arrivo in prestito di Manolo Portanova - centrocampista di proprietà del Genoa condannato in primo grado a sei anni per stupro di gruppo lo scorso dicembre - è stata diffusa solo nel tardo pomeriggio di ieri, ma l’operazione finalizzata dal club ha già letteralmente spaccato in due la città. Una nota stringatissima: poche righe che ignorano del tutto la feroce polemica esplosa sui social e in città con i tifosi che annunciano di voler restituire l'abbonamento. Dibattito dribblato, insomma.
Per semplificare: da una parte i ‘garantisti’, ansiosi di vedere in campo il giocatore e disposti ad aspettare i tre gradi di giudizio per esprimere un’opinione netta, e dall’altra chi invece oltre a una prima pesantissima sentenza della giustizia penale, aggiunge una condanna morale senza appello, in un dibattito accesissimo che non coinvolge ovviamente solo i tifosi - con alcuni di loro che minacciano di non fare l’abbonamento e altri di volerne il rimborso - ma anche le istituzioni.
Sulla vicenda non mancano le forti preoccupazioni delle istituzioni locali che vedono in prima linea Raffaella Curioni, assessore allo Sport del comune di Reggio e Annalisa Rabitti, assessore per le Pari opportunità, che ieri hanno emesso un comunicato congiunto: "La condanna del giocatore per violenza sessuale di gruppo è stata emessa dal giudice di primo grado. E’ un dato di assoluto rilievo. Esistono tuttavia altri due gradi di giudizio e questa sentenza non è perciò definitiva. Le garanzie processuali, su cui si incardina l’ordinamento giuridico italiano e che condividiamo, ci impongono di tenere conto di questo dato, fino a quando non si avrà una sentenza definitiva".
Un primo tempo garantista. Per poi passare al secondo, più all’attacco: "La decisione sull’ingaggio del giocatore è in capo alla società Reggiana calcio e a nessun altro. Chiaramente la notizia della militanza di questo calciatore nelle file della Reggiana calcio ha suscitato comprensibili e immediate reazioni negative a Reggio Emilia, poiché in questa città la cultura, la sensibilità e la consapevolezza della nonviolenza, del contrasto alla violenza maschile sulle donne, della parità tra i generi e dei diritti umani e civili sono fortemente radicate e condivise da questa Amministrazione comunale e dai cittadini. Da sempre Reggio Emilia è in prima linea su questi temi, lo è e continuerà ad esserlo, nel rispetto dello stato di diritto, dei procedimenti giudiziari e della presunzione di innocenza".
Insomma, anche l’amministrazione, tra le righe, ammette di seguire con apprensione questa querelle, che rischia di infliggere alla Reggiana calcio una condanna morale in una stagione calcistica che la città si appresta a vivere con grande entusiasmo.
Il centrocampista di proprietà del Genoa – che nel frattempo ha raggiunto il ritiro di Toano e sarà tesserato nei prossimi giorni – in autunno vivrà il secondo grado di giudizio, cullando la speranza di poter dimostrare la propria innocenza.
La vicenda, controversa sin dall’inizio, ha comunque già vissuto altre pagine tumultuose. Il club ligure lo scorso dicembre lo aveva ‘fermato’ dopo la prima sentenza e poi, a gennaio, il suo trasferimento in prestito al Bari fu bloccato da una vera e propria rivolta dei supporters pugliesi.
Nella città del Tricolore non si arriverà a tanto, perché non mancano le dimostrazioni di solidarietà nei confronti del calciatore, ma di certo se ne parlerà ancora a lungo. La Reggiana ha riflettuto a lungo in questi mesi sull’opportunità di ingaggiare Portanova ed ha deciso di procedere, pur consapevole che non sarebbero mancate le critiche.