Reggio Emilia, 3 agosto 2023 – Donne contro donne. L’ingaggio da parte della Reggiana di Manolo Portanova, il calciatore condannato a sei anni in primo grado, in abbreviato, per stupro di gruppo, spacca anche il mondo femminile.
Dopo il sit-in di protesta in piazza di due settimane fa con fischietti e cartellini rossi sventolati simbolicamente, ieri l’altro un altro blitz delle associazioni anti-violenza, Non Una Di Meno e Nondasola , davanti ai cancelli dei campi di allenamento del club granata di Reggio Emilia che quest’anno disputerà il campionato di Serie B, ha riacceso le polemiche.
Dallo striscione “Stupratori in campo non ne vogliamo“ all’attacco frontale agli sponsor della società: "Cosa ne pensano? Siamo arrabbiate anche con loro, aziende che spesso sostengono cause civili. Ma in questo caso non hanno detto una parola...".
A replicare sono due imprenditrici simbolo della città, tifose della Reggiana e sostenitrici anche a livello economico con contratto di sponsorizzazione. In primis, Donatella Prampolini che tiene le redini del gruppo Realco Sigma nel settore della grande distribuzione nonché dirigente di vertice nazionale di Confcommercio e già candidata sindaca a Reggio Emilia (nella sua campagna elettorale di allora disse di essere in disaccordo con le quote rosa): "Queste polemiche mi sembrano veramente sciocche e strumentali. Parlo a nome personale e non per la mia azienda – premette – credo che si debba avere la capacità di separare le vicende professionali, e quindi in questo caso le sponsorizzazioni, da altre questioni. Ho un mio giudizio sui fatti nei quali è stato coinvolto il calciatore, ma come persona e donna lo tengo per me. Chi sbaglia, non può pagare in eterno. Se sarà ritenuto colpevole in terzo grado, è giusto che vada in galera, ma al momento non gli si può negare la possibilità di lavorare".
In tackle anche Cinzia Rubertelli, anche lei già candidata sindaca a Reggio e alle ultime regionali con la Lega, per otto anni consigliera comunale nella città del Tricolore, amministratrice delegata di Li&Pra, gruppo leader nelle pavimentazioni, abbonata storica allo stadio per vedere la sua adorata Reggiana. "Ciò che appare da questa vicenda è che vi sia stata una forte strumentalizzazione politica. Le persone che protestano ne hanno diritto ma rappresentano se stesse". Poi cita la sentenza della giustizia sportiva arrivata proprio due giorni fa che – ‘lavandosene le mani’ trincerandosi dietro un "difetto di giurisdizione", rimettendo tutto alla giustizia penale – ha dato via libera al tesseramento del calciatore.
"I fatti dicono che il Coni – continua Rubertelli – ha dichiarato che il ragazzo può svolgere il suo lavoro, ne consegue che per l’articolo 27 della nostra Costituzione fino al pronunciamento in via definitiva la persona è da considerarsi non colpevole. Noi non siamo giudici né tanto meno gradiamo un giustizialismo di piazza, ci fidiamo invece del patron della Reggiana Romano Amadei che ha sicuramente valutato la questione con la saggezza che lo contraddistingue".
Il club intanto continua nel suo silenzio sulla vicenda sperando che tutto si smorzi (solo l’allenatore, il campione del Mondo Alessandro Nesta, lo ha difeso: "Manolo è un bravo ragazzo"). Mentre Portanova, come si suol dire, vuole lasciar parlare il campo. Su Instagram si limita a scrivere: "90 minuti a settimana, la storia della mia vita", con tanto di cuore vicino ad un pallone. Come a dire: io penso a giocare.