Reggio Emilia, 20 novembre 2023 – Affidata ai social la preghiera per le sorti ultraterrene dei due giovani reggiani uccisi venerdì a Caprara di Campegine (Re) da un furgone pirata - Anuar Mastaki, 19 anni, ed Hicham Outtas, di 21 -, e per invocare salute per il loro amico Ahmed Habbou, 21 anni, rimasto gravemente ferito nel disastro.
La moschea Assalam di via Gioia a Reggio Emilia ha pubblicato un video con le immagini dei tre ragazzi, un breve testo e una preghiera recitata con la classica cantillazione coranica. Decine e decine le reazioni di amici e conoscenti non solo residenti nel Reggiano, ma anche in diverse parti dell’Italia e in Marocco, di cui sono originarie le famiglie dei ragazzi.
Ciò che stupisce è che tutti i post sono molto pacati, chiedono che Dio doni alle famiglia capacità di sopportazione, e nessuno inveisce contro il presunto pirata Francesco Riillo, il muratore 39enne arrestato con l’accusa di aver provocato la strage perdendo un carico di ponteggi dal furgone - che hanno schiacciato e trafitto la Citroen Picasso dei ragazzi, danneggiato altre due vetture - e di essere scappato senza prestare soccorso.
I funerali dei due ragazzi si terranno mercoledì: le bare saranno esposte nella camera mortuaria del Cimitero di Coviolo dalle 8 alle 11,15, quando poi saranno trasferite nella moschea di via Gioia - la cerimonia è aperta a tutti. Infine i feretri saranno sepolti a Coviolo.
Il messaggio della moschea
“Quanto è dolorosa questa notizia straziante - si legge nel messaggio della Assalam -, ma è il giudizio di Allah. Lui vuole, e il Suo ordine di non essere discusso. Quello che Dio dà, Dio toglie. Offriamo alle famiglie dei due giovani defunti con le più sentite espressioni di cordoglio e consolazione, chiediamo all'Onnipotente di circondarli con la Sua misericordia, di accoglierli tra i martiri e i giusti, e di ispirare le loro famiglie con pazienza e consolazione. Noi apparteniamo ad Allah e a Lui torneremo. Le nostre preghiere affinché il giovane ferito guarisca presto, guarigione che non lasci ferite, e nessun dolore”.