Reggio Emilia, 20 aprile 2023 – Tortura: è il reato che, nero su bianco, un detenuto segnala di aver subìto da parte di un gruppo di agenti della polizia penitenziaria. A suo dire, pochi giorni prima di Pasqua, una ventina di loro lo avrebbe pestato nel carcere di Reggio Emilia. La denuncia del presunto episodio di violenza, raccontato in anteprima dal Carlino, è arrivata sul tavolo della Procura ed è stata segnalata anche al Garante regionale dei detenuti. Il racconto del carcerato contrasta con quello degli agenti, che, secondo quanto si apprende, lo hanno a loro volta denunciato per i comportamenti aggressivi che avrebbe tenuto verso i pubblici ufficiali.
Intanto emergono nuovi dettagli: in seguito al fatto, il detenuto non si trova più a Reggio, ma è stato trasferito in un’altra struttura penitenziaria. L’uomo, un magrebino quarantenne, si trova dietro le sbarre per una vicenda di spaccio. Da quanto trapela, la presunta aggressione da lui subita sarebbe stata preceduta da alcune sue richieste avanzate al comandante, occasione in cui avrebbe iniziato a dare in escandescenze, dando calci e sputi. Poi, mentre lui e i poliziotti si stavano spostando nel carcere reggiano, sarebbe avvenuta la violenza.
Dapprima gli agenti, a suo dire una ventina, lo avrebbero fatto stendere sul pavimento, con la faccia rivolta verso terra. Poi gli avrebbero coperto il volto con un oggetto avvolgente, forse di tessuto. Infine lo avrebbero picchiato, dandogli pugni da sopra. L’episodio si sarebbe prolungato per alcuni minuti, poi l’uomo è stato accompagnato in cella di isolamento. Nei giorni successivi il 40enne è stato portato all’ospedale Santa Maria Nuova: non ha riportato ferite gravi. Da quanto si apprende, la presunta aggressione sarebbe stata immortalata dalle telecamere interne, i cui filmati passeranno al vaglio degli inquirenti.
Il reato di tortura è stato indicato nella denuncia sporta dal detenuto in riferimento all’uso della forza, a suo parere eccessivo, dispiegato dagli agenti, specie quando lui sarebbe stato messo in posizione prona, verso il suolo, da più poliziotti. Sarà la Procura a valutare, in fase di indagini preliminari, quanto accaduto: in particolare se siano configurabili reati a carico dei poliziotti perché hanno oltrepassato il limite, o se invece abbiano agito in modo proporzionato a riportare alla calma un detenuto esagitato. Di certo, il caso riporta l’attenzione su un argomento d’attualità, cioè l’abrogazione del reato di tortura. Questa fattispecie, introdotta in Italia nel 2017, punisce chi, con condotte violente, causa acute sofferenze fisiche o un trauma psichico a una persona privata della libertà personale o affidata alla sua custodia, o in minorata difesa: il fatto dev’essere commesso con più condotte o comportare un trattamento inumano e degradante per la dignità. Proprio nei giorni scorsi Fratelli d’Italia ha depositato una proposta di legge alla Camera per eliminare questo reato, per tutelare il lavoro delle forze dell’ordine, scatenando però la contrarietà delle opposizioni. Spicca il pollice verso della senatrice di Sinistra Italiana Ilaria Cucchi, che proprio domani è attesa a Reggio Emilia per la tavola rotonda ‘Mai abbassare la guardia’, a cui parteciperà anche il Garante regionale dei detenuti Roberto Cavalieri.