REDAZIONE REGGIO EMILIA

Picchiano chi li ha truffati. In manette un 56enne

Nove anni fa un uomo comprò 6mila euro di Parmigiano con assegno scoperto. Spedizione punitiva, erano in tre: si sono finti carabinieri e lo hanno bastonato.

Nove anni fa un uomo comprò 6mila euro di Parmigiano con assegno scoperto. Spedizione punitiva, erano in tre: si sono finti carabinieri e lo hanno bastonato.

Nove anni fa un uomo comprò 6mila euro di Parmigiano con assegno scoperto. Spedizione punitiva, erano in tre: si sono finti carabinieri e lo hanno bastonato.

Si presentarono in tre a casa del truffatore, a Saliceto di Cadeo nel Piacentino, spacciandosi per carabinieri e massacrarono di botte l’uomo che aveva acquistato con un assegno scoperto forme di Parmigiano Reggiano per 6mila euro. A nove anni dalla spedizione punitiva - che lasciò una invalidità permanente del 25% alla disonesta vittima - uno dei componenti del commando è stato arrestato dai Carabinieri. Si tratta di un sampolese 56enne che deve scontare oltre 3 anni di carcere per rapina, lesioni ed estorsione.

I militari indagando sul 50enne reggiano proprietario dell’azienda agricola truffata dal piacentino, erano risaliti a due rom, assoldati dal vendicativo agricoltore per farsi giustizia da sé: un 52enne e un 56enne residenti nel reggiano. Quest’ultimo ieri è finito in carcere.

Era la notte del 20 agosto 2015, quando i tre uomini si presentarono a casa del piacentino (un 58enne pluripregiudicato per truffa) e fingendosi carabinieri si erano fatti aprire. Una volta dentro lo avevano picchiato e preso a bastonate, poi lo avevano rapinato del portafoglio, dell’Iphone 6 e dell’auto, una Lancia Lybra. I carabinieri iniziarono il giorno stesso le indagini. Una svolta arrivò quando si scoprì che l’Iphone della vittima era stato ricettato in un negozio di Reggio. Da lì si risalì a uno dei nomadi (che materialmente aveva venduto il cellulare) poi al mandante e all’altro complice.

I tre erano stati denunciati per concorso in rapina aggravata e concorso in tentata estorsione aggravata. Dopo un processo nel 2017 a Piacenza, nel 2023 il 56enne è stato riconosciuto colpevole dalla Corte di Appello di Bologna che lo ha condannato alla pena di 3 anni, 2 mesi e 20 giorni di reclusione. Era stato presentato ricorso, ma la Cassazione lo ha dichiarato inammissibile e la sentenza è divenuta esecutiva il 30 settembre.

Francesca Chilloni