Pestato dal branco a 14 anni . Una condanna per rapina aggravata

Il ragazzino era stato aggredito in campagna a Brescello. La difesa dell’imputato: "Faremo ricorso"

Pestato dal branco a 14 anni . Una condanna per rapina aggravata

Il ragazzino era stato aggredito in campagna a Brescello. La difesa dell’imputato: "Faremo ricorso"

Una serata da incubo vissuta da un ragazzino di soli 14 anni: l’adolescente è stato attirato in una zona isolata di Brescello con il pretesto di incontrare due ragazze, poi picchiato da un gruppo di giovani, rapinato del cellulare e anche della sua city car, e infine scaricato per strada. Sull’episodio violento, avvenuto nella notte tra il 2 e il 3 novembre 2023, hanno condotto le indagini i carabinieri. E ieri vi è stato un approdo processuale: il giudice Silvia Guareschi (foto) ha condannato a 3 anni e 2 mesi, all’esito del con rito abbreviato, Antonio Sabbatella, 20enne residente a Campegine, accusato di rapina aggravata in concorso con altri ai danni del 14enne che abita a Gualtieri. La stessa pena era stata richiesta dal pubblico ministero Isabella Chiesi. Il fatto era stato denunciato ai carabinieri dalla famiglia del minorenne. Secondo l’accusa, Sabbatella avrebbe agito in concorso con persone rimaste ignote più un altro minorenne identificato (nato nel 2006 e giudicato separatamente). Avrebbero invitato il 14enne a salire a bordo di una Fiat Panda, guidata dall’imputato. Il 14enne è stato accompagnato in una zona isolata e poi soggetti rimasti ignoti lo avrebbero colpito con violenti pugni alla testa. Sabbatella avrebbe minacciato il ragazzino di ucciderlo con un machete che diceva di avere a bordo. Poi il gruppo si sarebbe impossessato delle chiavi della city car con cui il 14enne era arrivato e del suo Iphone. L’adolescente è stato poi sbalzato fuori dall’abitacolo, colpito con ulteriori calci e minacciato di morte se avesse denunciato. La city car è stata poi trovata successivamente nel parcheggio di un supermercato dai carabinieri di Vigatto (Parma). Nella denuncia il 14enne aveva raccontato di aver conosciuto il 17enne in estate e di averlo incontrato la sera del 2 novembre 2023. Il 14enne disse di essere andato a Boretto con la city car, parcheggiandola di fronte all’ufficio postale. Qui ad attenderlo c’erano il 17enne, altri tre ragazzi e anche una giovane che lui non conosceva; uno di loro aveva una Panda. Quest’ultimo disse a mezzanotte e mezza che sarebbero andati a Brescello a trovare alcune ragazze che li stavano aspettando. I giovani hanno chiesto al 14enne di salire in auto con loro nonostante fossero in sei. Poi sono arrivati al parcheggio del cimitero di Brescello dove avrebbero dovuto incontrare le ragazze, che però non c’erano. Poi è stato aggredito. "La ragazza a bordo mi ha aperto il borsello e ha preso il cellulare e le chiavi della mia citycar, mentre un altro mi ha chiesto se aveva benzina. E il conducente ha minacciato di uccidermi con un machete che io notai a bordo. Poi andammo in auto in aperta campagna, dove due ragazzi mi hanno obbligato a scendere, mi hanno dato uno spintone facendomi cadere e mi hanno preso a calci e pugni. Io mi sono buttato dentro un canale alto qualche metro al margine della strada, mentre loro mi hanno minacciato per poi si allontanarsi. Ho chiesto aiuto a una casa vicina, dove una donna mi ha offerto acqua e ha chiamato i carabinieri". Sono accorse una pattuglia dei carabinieri di Gattatico e l’ambulanza che ha accompagnato il ragazzino all’ospedale, dimesso con una prognosi di sette giorni. Al ragazzino, che oggi ha 15 anni, costituito parte civile affidandosi all’avvocato Matteo Iotti, è stata riconosciuta una provvisionale di 5mila euro più il risarcimento in sede civile: "Esprimiamo soddisfazione – dichiara Iotti –. Ora speriamo che lui volti pagina". L’avvocato difensore del 20enne, Silvia Interlandi, annuncia il ricorso in Appello: "Impugneremo la sentenza. Cercheremo di dimostrare il suo effettivo ruolo: il mio assistito era presente, ma non ha fatto azioni lesive verso il minorenne e non ha partecipato alla rapina. Lui era ignaro e si è trovato coinvolto in questa situazione: non ha mai visto il cellulare nè toccato la city car".

Alessandra Codeluppi