Reggio Emilia, 30 ottobre 2024 – Milioni di piccoli ragni neri hanno ricoperto di veli di ragnatele giganti i campi alluvionati tra Villa Seta di Cadelbosco e San Bernardino di Novellara, che ora appaiono come avvolti in fantasmatici teli bianchi quasi come decorati per Halloween. Lo spettacolo (video) è reso ancora più affascinante (o orripilante per gli aracnofobici) al mattino, quando le goccioline di rugiada riflettono la luce obliqua del sole rendono evidentissime le tele.
Si tratta di un fenomeno massiccio, mai osservato nella nostra pianura in queste proporzioni: gli aracnidi hanno attuato in perfetto sincronismo una tecnica di sopravvivenza per salvarsi dall’invasione dell’acqua del loro habitat naturale.
Lo conferma anche il dottor Ivan Petri, laureato a Padova in Scienze Naturali, aracnologo che collabora con il progetto del “Citizen science” del Muse, il Museo delle scienze di Trento: indica nelle alluvioni (e nei cambiamenti climatici che le originano) la causa del comportamento dei ragni. Non si tratta dunque di un boom della popolazione degli “ottozampe” oppure una bizzarra reazione ad un aumento inaspettato degli insetti di cui i ragni si nutrono. Molte specie di ragni sanno produrre abbastanza seta da creare dei “paracadute” filamentosi per sfruttare poi i venti ed i campi elettrici per farsi trasportare altrove, anche per diversi chilometri.
In questo caso il “ballooning” (questo il nome che gli entomologi danno al fenomeno) sarebbe - come spiega il dottor Petri - non la preparazione ad una migrazione di massa, ma un sistema di sopravvivenza per potersi muovere sopra ai terreni inondati. Gli aracnidi non potendo più vivere in tane nel terreno o nascosti tra la bassa vegetazione, per istinto si sono spostati in alto e hanno intessuto una sorta di “piano rialzato”.
Non appena l’habitat rientrerà alla normalità, scenderanno nuovamente a terra. Un avvenimento simile, spiega Petri, è accaduto nel 2022 a Orbetello anche se è più frequente in Israele o Australia; lo si osservo, ad esempio, nel Gippsland (Sudest australiano) nel giugno 2021 a seguito di forti piogge e inondazioni.
Nella Bassa reggiana anche altri animali hanno iniziato a migrare in massa all’asciutto all’indomani della rottura degli argini dei torrenti Crostolo e Tassone: coleotteri e cavallette, piccoli roditori come le arvicole e topolini di campagna, mammiferi come le talpe, sono stati sfollati in massa dalle loro tane.