DANIELE PETRONE
Cronaca

Paziente psichiatrico. Sprangate al medico, poi fugge dalla Rems. Bloccato con il taser

Arrestato 29enne, semina il caos e tenta anche di rubare un’auto. L’allarme dei sanitari: "Aggressioni in serie, c’è solo un vigilantes". Il sindacato dei carabinieri: date pistole elettriche a tutti i colleghi.

Un carabiniere mostra un modello di taser in dotazione all’Arma

Un carabiniere mostra un modello di taser in dotazione all’Arma

Un internato della Rems di Reggio Emilia ha preso a sprangate un medico, è evaso dalla struttura tentando di rubare l’auto ad una dottoressa e poi ha cercato di fuggire nei campi dove i carabinieri sono riusciti a bloccarlo solo dopo avergli sparato col taser. Un pomeriggio di violenza e follia nella cosiddetta residenza per l’esecuzione di misure di sicurezza che ha sostituito l’ex opg, dopo che nel 2015 sono stati definitivamente chiusi gli ospedali psichiatrici giudiziari. L’uomo, un 29enne albanese accusato in passato per atti persecutori nei confronti del fratello e per rapina, riconosciuto socialmente pericoloso e incapace di intendere e di volere, è stato arrestato con una sfilza di accuse: resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento aggravato, tentata rapina e lesioni in danno di personale medico sanitario. E ora, in attesa di comparire oggi per la direttissima in tribunale, è ricoverato all’ospedale per alcune lesioni subite dopo essersi lanciato sull’auto di servizio dei militari provando ad aggredirli. Un episodio che riporta alla luce la scarsa sicurezza, come denuncia il personale sanitario attraverso i sindacati, delle strutture ad alto rischio. In particolare quella reggiana, nuova di pacca e inagurata nel dicembre 2021 come fiore all’occhiello dell’intera regione Emilia-Romagna "con sistemi all’avanguardia", dissero in occasione del taglio del nastro. Ma la realtà secondo chi vi lavora è ben diversa. "C’è un solo un vigilantes che opera nella struttura e che dalla guardiola controlla le telecamere – racconta Gennaro Ferrara, segretario generale Fp Cisl Emilia Centrale –. Ad oggi non può entrare nella struttura e, in caso di emergenza, chiama le forze dell’ordine". Il sindacato – che evidenzia anche come "ai tempi degli ex Opg c’era paradossalmente più controllo con gli agenti della polizia penitenziaria" – ha poi snocciolato i numeri di una vera e propria escalation di violenza nella Rems reggiana che ha 30 posti letto in totale, 20 per pazienti in terapia riabilitativa e 10 sottoposti a trattamenti intensivi: "Solo a giugno ci sono stati venti episodi di aggressioni". Gli esempi sono allarmanti: "I pazienti aggrediscono i professionisti con telefoni, posate, sedie, bicchieri. C’è chi, pretendendo alimenti, ha preso a pugni le vetrate della guardiola dove il personale si era barricato. E ancora, un Oss è stato minacciato, insultato e pedinato per tutto il turno di lavoro. Ora basta, che Paese è diventato quello che chiede ai professionisti della sanità di occuparsi dei casi socialmente più pericolosi e li lascia da soli in balia di violenze, pestaggi e aggressioni inaccettabili?" Infine l’attacco all’Ausl. "Un mese fa aveva chiesto di inserire una guardia giurata nella Rems per migliorare la sicurezza. Nessuna risposta e questo è il risultato, con la violenza che dilaga", tuona la Cisl.

D’altro canto l’intervento dei carabinieri grazie al taser risolleva la questione della dotazione al momento concessa solo ai militari del nucleo radiomobile delle grandi città (e in via sperimentale solo in alcuni Comuni alla polizia) e non a coloro che operano nei piccoli paesi. "Va esteso a tutte le forze dell’ordine e soprattutto alle oltre 4.500 stazioni dei carabinieri, che rappresentano un presidio fondamentale in oltre 3.500 comuni, dove i colleghi assicurano quotidianamente circa il 70% dei servizi di pattuglia sul territorio", l’appello al governo di Antonio Serpi, segretario generale del sindacato Sim carabinieri.