DANIELE PETRONE
Cronaca

Passaporti più veloci. Appuntamenti bloccati e rivenduti ai cittadini. Sospesa una poliziotta

Inchiesta della procura, cinque indagati per interruzione di pubblico servizio. Nei guai un’agente della questura, il marito titolare di un’agenzia di pratiche e i figli.

Passaporti più veloci. Appuntamenti bloccati e rivenduti ai cittadini. Sospesa una poliziotta

"Grazie a loro ho ottenuto il passaporto in una settimana". È una delle tante recensioni che si leggono sotto il sito di un’agenzia di disbrigo pratiche in centro – gestito da un ex poliziotto in pensione, con la complicità della moglie agente attualmente in forza alla Pasi (la sezione di polizia amministrativa, sociale e dell’immigrazione) della questura reggiana totalmente estranea alla vicenda e dai figli – che velocizzava l’iter per la pratica con un escamotage truffaldino pagato 150 euro dai clienti. Un sistema però scoperto da un’inchiesta coordinata dalla Procura e condotta dalla squadra mobile, che vede cinque indagati con l’accusa di interruzione di pubblico servizio. Per i due coniugi, il gip Luca Ramponi su richiesta del sostituto procuratore Giulia Galfano, ha disposto la misura cautelare dell’interdizione dell’attività di impresa e dell’interdizione dai pubblici uffici, quindi sospensione dal servizio per lei. Indagati a piede libero per la stessa ipotesi di reato, i due figli e un’altra persona che li avrebbe aiutati.

IL MECCANISMO

Prenotavano con largo anticipo una serie di “falsi” appuntamenti per ottenere il passaporto nel calendario elettronico della questura, tramite il sito del Ministero, con nomi fittizi o di persone reali che già avevano i documenti, poi – attraverso due computer diversi – con uno cancellavano la prenotazione e con l’altro nell’immediato inserivano il nominativo del cliente che si presentava nella loro agenzia e al quale “vendevano” la data a 150 euro per una sorta di "agenda parallela", come l’hanno definita gli stessi investigatori. Offrendo così una corsia preferenziale per velocizzare le pratiche di rilascio anche in pochi giorni, mentre normalmente la lista d’attesa oggi è lunga anche di dieci mesi (salvo urgenze previste per legge) in tutta Italia. Oltre ai sigilli all’agenzia, è stato disposto il sequestro per equivalente di 16.300 euro come presunto provento illecito dell’attività. sono 163 i clienti che si sarebbero rivolti all’agenzia.

LE INDAGINI LAMPO

"In pochi mesi abbiamo acquisito conversazioni inequivocabili tra gli indagati che agivano con una condotta di gruppo organizzato, non sbagliando mai un colpo e ottenendo lauti compensi", ha illustrato ieri il procuratore capo Calogero Gaetano Paci in conferenza stampa. "Un raggiramento che ha reso vulnerabile il sistema informatico del Ministero – ha detto – tant’è che gli indagati nelle intercettazioni millantavano di influire sul funzionamento". Infine esprime la sua "amarezza per un illecito intollerabile che danneggia tutto il personale onesto della questura che in maniera incessante e proficua lavora in maniera cristallina ogni giorno".

DURA CONDANNA

A fargli eco il questore Giuseppe Maggese: "Un episodio increscioso che ci rammarica perché vede coinvolto un nostro dipendente, ma c’è anche soddisfazione per aver intercettato e stroncato in pochi mesi il sistema illecito. Si tratta di un fatto episodico e di una condotta infedele di una poliziotta che ha approfittato per ottenere indebiti profitti. Una situazione che ha portato alla reazione veemente dell’ufficio passaporti con un’indagine volta a fare immediatamente luce e chiarezza. Tant’è che non avendo nulla da nascondere, abbiamo voluto che la vicenda fosse conosciuta dall’opinione pubblica".