Il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, ambasciatore d’Italia, secondo i ricercatori americani grazie alle testimonianze raccolte in 20 anni dal nord al sud America nel mondo della cultura a dell’ambientalismo. Una trentina le persone che hanno partecipato venerdì scorso alla presentazione della ‘Mappa delle collaborazioni’. Edo Ronchi, ministro dell’Ambiente all’epoca del varo della legge istitutiva del Parco, ha iniziato esclamando: "Sono impressionato da questa rete di 4.698 collaborazioni che esprime un modello di Parco attivo per la rivitalizzazione di una area interna, attraverso una tutela attiva e integrata. Qui, come in altre aree interne, i territori hanno sofferto troppo nel tempo. Ricordo, 20 anni fa, quando i ragazzi del crinale avevano difficoltà a trovare fidanzate, perché le ragazze preferivano avvicinarsi alla città. Invece, con l’avvento del Parco possiamo dire che si è fatta avanti l’idea di una comunità che, mentre protegge la natura, cerca di rendere vivace l’ambiente con le relazioni del territorio. Ora abbiamo la sfida del cambiamento climatico e proprio qui dobbiamo dialogare con le aree interne che, diversamente, vivranno gravi ripercussioni. Qui si può sperimentare mitigazione e adattamento a siccità, dissesto idrogeologico in primis". La mappa delle collaborazioni è stata presentata dal presidente Fausto Giovanelli e dal direttore Giuseppe Vignali. Poi le testimonianze di Eric Holmlund, docente del Paul Smith’s College (Usa) e Kelly Cerialo: "Ricordiamo la collaborazione col vostro Parco per gli approfondimenti sulla Laudato Sii a Marola con i nostri studenti americani. A confronto col nostro Parco nazionale Adirontach di New York, che ha 132 anni, avete fatto molte cose in due soli decenni. Vi siete contraddistinti per visione, innovazione e creatività e sul fronte del turismo sostenibile con progetti di comunità. Ora su scienza e religione collaboriamo assieme". Giampiero Samuri, presidente di Federparchi: "Siete tra i parchi nazionali italiani più giovani, ma avete impressionato e questa mappa lo dimostra. Poi c’è anche l’area Mab Unesco dell’Appennino".
Settimo Baisi