REDAZIONE REGGIO EMILIA

Parco del Secchia, insorge il Wwf: "Intervento troppo drastico"

Il presidente Bigi: "Aipo avrebbe potuto salvare il bosco e occupare aree agricole. Temiamo per i lavori su Crostolo e Rodano"

Il Comitato: «La distruzione delle foreste del Secchia». Sotto, Daniele Bigi (Wwf)

Il Comitato: «La distruzione delle foreste del Secchia». Sotto, Daniele Bigi (Wwf)

"Da quello che si sa, c’è un grande investimento in questa operazione tramite Pnrr, che consentirebbe degli interventi alternativi che, a loro volta, presupporrebbero grandi investimenti".

Per Daniele Bigi, presidente Wwf Emilia Centrale, il piano di intervento dei lavori di Aipo per adeguare e aumentare le cassedi espansione del fiume Secchia, poteva essere studiato diversamente. "Ci chiediamo se, prima di arrivare a una decisione così drastica, c’erano altre possibilità di intervento: magari lasciare libero il bosco e ampliare le casse di espansione in aree agricole vicine, ottenendo più o meno lo stesso risultato ma salvando la nostra oasi di verde".

E a tal proposito rivela di non essere mai stato contattato prima per un confronto: "Occorrerebbe invece un dibattito con un’azione di comunicazione e convolgimento della cittadinanza, di chi risiede in quelle zone e delle associazioni ambientaliste. Per noi è stata una doccia fredda". Il Wwf Emilia centrale ribadisce quindi la necessità di chiarimenti. "Non capiamo come sia possibile che i lavori siano iniziati in un periodo nel quale questi non potevano partire". Esiste una legge che vieta il taglio degli alberi dal 15 marzo al 15 agosto ma "Aipo ha iniziato tempo prima, con il rischio di riportare gravi danni alla fauna presente. Questo è un dato certo che non è stato rispettato".

Nel progetto si parla di riequilibro ecologico. "La compensazione, però, da quello che sappiamo, doveva essere fatta in anticipo rispetto all’intervento, ma non sembra sia stata eseguita. E non sappiamo quando e in quale modo avverrà. Non potrà comunque restituire in tempi brevi quello che ci è stato tolto: alberi di 40 anni", commenta Bigi. Ciò che è certo invece è che Rubiera ha perso 15 ettari di bosco, circa 5 mila grandi alberi. "Le casse di espansione sono un luogo naturalistico interessante, meta di turisti e naturalisti che vanno a godere di un panorama naturale ricco di animali, uccelli e fiori, che è venuto a scomparire. È innegabile: è un’operazione che ha impoverito, dal punto di vista naturalistico, turistico e ambientale, questa zona di provincia reggiana".

E sembra ci siano altre aree oggetto di interventi da parte di Aipa, rivela il presidente: "Sono quella del Crostolo e del Rodano. Aipo ha in programma di liberare il letto di questi torrenti dalla vegetazione; anche in questi casi, il rischio è che si ricada in un’opera di abbattimento totale degli alberi con riflessi negativi sull’ambiente, gli animali e sul clima. Eliminare la vegetazione, che effettua la fotosintesi e sottrae anidride carbonica dall’atmosfera, non va nella mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici. Il verde e gli alberi riducono anche l’effetto delle isole di calore che scaldano troppo le città. Questi due torrenti, molto vicini alla città di Reggio, vanno controllati con attenzione nel caso in cui dovessero intervenire. Anche perché mi sembra che Aipo abbia dei metodi parecchio sbrigativi, almeno per le casse di espansione l’idea è che intervengano in maniera troppo drastica".

Ylenia Rocco