di Lara Maria Ferrari
Ritornare al Parco del Popolo dopo tempo dall’ultima volta in cui lo si è vissuto veramente provoca un non trascurabile effetto nostalgia. È il Parco – allora si diceva Giardini – nel quale si è trascorsa la propria infanzia insieme agli amichetti, con cui si scorribandava sui ‘grilli’, le piccole biciclette a tre ruote, oggi scomparsi, prima di fare merenda accanto alla fontana dell’abate Ferrari Bonini, oggi testimone silente delle conversazioni degli adulti e ritrovo di badanti, con lo zampillìo in sottofondo. Il ‘ritorno al Parco 2024’ avviene in una calda giornata d’autunno e un timido foliage a indorare i rami dei magnifici alberi secolari, tra i quali i cedri del Libano centenari, e non è esente da scoperte. Alcune piacevoli, altre meno, in una sorta di mini danza dello stupore e sconcerto. La nostra esplorazione tocca temi legati alla sicurezza e al decoro del Parco, raccogliendo osservazioni, insieme a una manciata di idee su quali zone monitorare e migliorare. Facciamo la conoscenza di Brunella Ferraresi, che gestisce il chiosco dal 2022. Collocato in zona strategica al crocevia fra teatro Valli, area giochi e ingresso del parco urbano, è pulito e dotato di una gradevole distesa di seggioline e tavolini di legno. Grazie a lei ora è un presidio di socialità e buon vivere.
"I cittadini mi dicono che ho restituito loro il parco. Hanno un punto di ristoro sicuro da dove iniziare la passeggiata e un riferimento per i bambini dell’asilo Diana che vengono qui. Ho fatto in modo che tutto cambiasse". Reggiana di origine etiope, Brunella insegna italiano ai cittadini lavoratori stranieri, "Mi chiamano mamma". Aperta, accogliente, predispone all’incontro in modo assolutamente spontaneo e vien naturale eleggerla a guida del nostro giro. Qual è la parte buona e quella meno buona del Parco? "Il pericolo maggiore sono gli spacciatori, che hanno capito che qui non devono arrivare. I monopattini sfrecciano velocissimi e manca il rispetto della vegetazione. I mozziconi sono ovunque". Sulla sicurezza è molto chiara, bambini in primis, ed è la prima a dare il buon esempio mettendo l’adesivo no smoking per non far fumare accanto ai più piccoli. Ci vorrebbe un’allerta alta sui bambini che giocando a calcio accanto al montacarichi del Municipale si arrampicano sulla struttura quando la palla vi finisce dentro: "Perché non montare invece delle reti da calcio tra il Diana e i giochi ? Hanno soppresso il trenino e non l’hanno più ripristinato. Occorre anche rispettare i turni e non sostare troppo sull’altalena".
Certa manutenzione è stata eseguita, fra cui la posa della ghiaia nuova, ma non ci si è occupati della dotazione dei giochi per i bimbi, e i cartelli, osserva Brunella, dovrebbero essere anche in arabo e cinese. Brunella è severa quando dichiara: "Non ci sono toilette in tutta l’area. Inammissibile. Il Parco è il biglietto da visita della città. Che succede allora? Guardi laggiù".
Indica una siepe, diventata latrina a cielo aperto con cartacce e rifiuti in vista. Sporcizia, degrado, muri imbrattati, insicurezza si impadroniscono del Parco. "Mi è capitato di proteggere i turisti stranieri in visita, inseguiti e aggrediti da balordi che bivaccano vicino al Teatro. È successo con una signora americana e altri. Impauriti, vengono qui a rifugiarsi". Una richiesta a gran voce: "Servono attività ed eventi di richiamo, barbecue e mercatini di Natale dentro i Giardini".