
Due uomini entrarono in municipio chiedendo di vedere il sindaco. La difesa: "Sono rimasti sei minuti e poi se ne sono andati subito" .
Fecero un blitz in municipio a Reggio senza mascherine, l’8 febbraio 2022.
Per Marcello Scunzani (1977), di Modena, fu solo una delle tante incursioni, in questi anni, all’interno di scuole, ospedali, teatri, biblioteche e sedi istituzionali, per manifestare contrarietà alle politiche Covid e alle restrizioni alla libertà.
Per quella condotta nel centro storico di Reggio lui e un reggiano, il 50enne Devis Bertoni, rispettivamente assistiti dagli avvocati Annalisa Bassi e Guido Paralupi, sono stati chiamati a rispondere a processo di interruzione di pubblico servizio, reato dal quale ieri il giudice Luigi Tirone (foto) li ha assolti entrambi. Ha invece condannato solo Scunzani per la violazione del foglio di via da Reggio, che era stato emesso un mese prima del blitz.
I raid, che sono valsi a Scunzani decine di segnalazioni venivano filmati e pubblicati sul canale Telegram ‘Cavalieri smascherati’. Dopo l’episodio che aveva coinvolto i due uomini, il Comune aveva incaricato l’ufficio legale di sporgere denuncia.
Scunzani ieri ha spiegato in aula che fece il blitz in Comune perché voleva spiegare il motivo per cui, a suo avviso, le mascherine fanno male ai bambini più che agli adulti; e anche perché alcuni farmaci che sembrano avere effetti positivi poi ne avrebbero di negativi.
Ha anche riferito che voleva andare dal sindaco e mostrargli le foto dei bambini con le mascherine, e che quando gli fu detto che non era possibile incontrarlo, chiese di vedere la Sala del Tricolore: senza mascherine, però, non si poteva entrare e lui andò via. Sul divieto di tornare a Reggio, ha risposto invece che non lo riconosceva. Il pm ha chiesto 6 mesi per Scunzani e 4 mesi per Bertoni. Secondo le difese, invece, non si configurava il reato: ai due veniva contestato di avere interrotto il lavoro del portierato chiedendo di vedere il sindaco.
"Si sono intrattenuti per sei minuti – hanno sostenuto i legali – ma quand’è stato detto loro che non potevano entrare nella Sala del Tricolore sono andati via".
Alessandra Codeluppi