"Siamo la Casa delle Libertà, a questo punto sono liberi di fare quello che vogliono", avrebbe detto il coordinatore provinciale Gianluca Nicolini quando, ieri, nelle maggiori arterie della città e della provincia sono apparsi i manifesti dell’avvocato Giuseppe Pagliani, capolista in pectore di Forza Italia. Una conseguenza della fuga in solitaria di Fabio Filippi dei giorni precedenti. Se la direzione nazionale non ha ancora dato il suo placet alla lista dei 6 candidati alle Regionali inviata da Reggio, la situazione azzurra abbastanza serena sia pur con l’incognita su Filippi - la cui presenza tra i 6 è tutta da decidere. Clima ben diverso tra i meloniani cui - come partito di maggioranza nell’area di centrodestra - spetta l’onere di trainare la coalizione che sostiene Elena Ugolini. Dato per scontato il segretario provinciale Alessandro Aragona come capolista, pare che Roma non abbia ancora approvato la lista proposta perché chiede candidati non semplicemente di bandiera ma capaci di macinare preferenze come bulldozer. Tra le candidate donne proposte al Nazionale da Fd’I Reggio girano i nomi della professoressa Carla Bazzani, lanciata dalla lista civica Tarquini, e di Letizia Davoli, anche lei ex tarquiniana, che però non ha avuto un risultato adeguato alle aspettative nelle recenti elezioni provinciali. Sullo sfondo le proiezioni di alcuni sondaggi - come quello Quorum Youtrend pubblicato a metà settembre - che vedono Forza Italia in crescita, ma la Ugolini al 43,2% (come la Borgonzoni nel 2020) contro il 56,8% di De Pascale. Una situazione rischiosa, anche per chi corre in una Emilia-Romagna così conservatrice da essere quasi impossibile da espugnare. Ma c’è modo e modo per perdere: la candidata a Governatrice deve salire, ad allontanarsi dal 40% che viene da Roma giudicato irricevibile. L’onere di fare da locomotiva tocca a Fratelli d’Italia, mettendo in campo liste con "nomi che spaccano" e non elenchi di maggiorenti locali che vantano rendite di posizione.
CronacaPagliani, ecco i manifesti. L’avvocato è in corsa. Clima teso tra i meloniani