DANIELE PETRONE
Cronaca

P38 gruppo, la resa: "Ci sciogliamo, le nostre vite sconvolte dalla Digos"

Annuncio dei componenti della band brigatista, indagati per istigazione a delinquere dopo il live al Tunnel: "Tempesta giudiziaria e mediatica. Ci ha lasciato lo staff e sono nati attriti al nostro interno"

L’esibizione dei P38-La Gang sul palco dell’Arci Tunnel, con la bandiera delle Br

L’esibizione dei P38-La Gang sul palco dell’Arci Tunnel, con la bandiera delle Br

Reggio Emilia, 15 giugno 2022 - Gruppo sciolto. La ‘P38 – La Gang’ annuncia sulle proprie pagine social che "il progetto è giunto al termine". La band – che si definiva ‘trapper brigatista’ era finita nell’occhio del ciclone per il concerto del primo maggio scorso al Circolo Arci Tunnel dove si erano esibiti portando sul palco una bandiera delle Brigate Rosse rievocate anche nei testi musicali. I quattro componenti, coperti da passamontagna e noti al pubblico solo col nome d’arte Astore, Yung Stalin, Jimmy Pentothal e Dimitri sono indagati per istigazione a delinquere per quel live, in concorso con Marco Vicini, presidente dello storico locale di via del Chionso che li ha ospitati.

"Come saprete – scrivono sul profilo Instagram – nelle ultime settimane si è accanita su di noi una tempesta mediatica e giudiziaria che ci ha portati a mettere in discussione il proseguimento del progetto P38. Ci avete supportato in moltissimi (era stata avviata anche una raccolta fondi, tramite crowdfunding online, per sostenere la loro difesa in tribunale, ndr ), ci avete dimostrato un affetto che mai avremmo creduto di poter ricevere e per questo vi ringraziamo immensamente. Ma purtroppo l’affetto non è bastato. Il tribunale dei magistrati e quello dei giornalisti incombono sulle nostre vite personali. La versione di noi senza passamontagna rischia di vedere (e in larga misura ci vede già) il proprio futuro completamente sconvolto da quelle che potrebbero essere le conseguenze più nefaste di questa situazione".

La bufera nella quale sono finiti, li ha ‘stritolati’. "Conseguenze che negli ultimi tempi abbiamo iniziato a tastare con mano, a vedere con i nostri occhi – continuano – I nostri telefoni, le nostre abitazioni e i nostri cari sono controllati da reparti Digos di tutta Italia. Soltanto nell’ultimo mese abbiamo visto saltare più di dieci date live che avevamo programmato, a volte per volontà degli organizzatori, a volte per motivi di forza maggiore che vi lasciamo immaginare. Voi siete rimasti, ma tutto il nostro staff si è fatto da parte per timore di ripercussioni legali".

Infine, concludono, "non vi nascondiamo che questa situazione ha creato non pochi attriti al nostro interno, motivati da una costante scarica di stress dopo l’altra: in poco tempo, le problematiche logistiche sono diventate problematiche personali, le divergenze artistiche divergenze umane, le antipatie politiche antipatie per i singoli. Siamo quindi arrivati alla decisione che per noi quattro forse è giunto il momento di prendere strade separate. Non possiamo esibirci. Non possiamo tutelarci. Non possiamo andare avanti. Ci dispiace moltissimo, ma questo è l’ultimo comunicato che leggerete. Non prendiamo questa decisione perché vogliamo, ma perché siamo costretti dalla situazione in cui ci siamo ritrovati. Ci togliamo il passamontagna, per tornare in mezzo a voi, come persone, come amici, come compagni. Ma non più come P38. Vi ringraziamo di tutto. Speriamo di rivederci presto", firmato dal quartetto.