REDAZIONE REGGIO EMILIA

Ospizio, mobilitazione per il bosco: "Non serve un altro supermercato"

Raccolte ieri mattina in piazza Fontanesi 350 firme in più, oltre alle 3mila arrivate sulla piattaforma online. I cittadini: "Questo intervento non è utile alla comunità e toglie un grande polmone verde: Fermatevi".

Raccolte ieri mattina in piazza Fontanesi 350 firme in più, oltre alle 3mila arrivate sulla piattaforma online. I cittadini: "Questo intervento non è utile alla comunità e toglie un grande polmone verde: Fermatevi".

Raccolte ieri mattina in piazza Fontanesi 350 firme in più, oltre alle 3mila arrivate sulla piattaforma online. I cittadini: "Questo intervento non è utile alla comunità e toglie un grande polmone verde: Fermatevi".

Trecentocinquanta firme per fermare l’intervento al bosco urbano di Ospizio. Ieri mattina gli attivisti di Xr, Reggio Emilia Ripuliamoci, Legambiente e Wwf hanno allestito un banchetto in piazza Fontanesi per raccogliere firme contro il progetto che prevede la costruzione di un nuovo Conad e un palazzo di cinque piani per servizi pubblici (Casa della Comunità, Polo Territoriale Est e biblioteca) nell’area verde nata spontaneamente al confine con il Campo di Marte. Al consenso raccolto in piazza si aggiungono le oltre 3mila firme online sulla piattaforma Change.org, in cui viene anche esplicitamente chiesto a Conad di regalare il bosco urbano alla città. Reggiani di tutte le età si sono radunati ieri attorno al banchetto, che tornerà sempre in piazza Fontanesi anche il prossimo sabato, 17 agosto; ogni mercoledì sera poi (tranne il 14 agosto) proseguiranno le riunioni dell’assemblea permanente del bosco Ospizio al circolo Villaggio Stranieri, per informare e coinvolgere i cittadini.

"Al tempo raccolsi firme anche per via Luxembourg – racconta Tommasa Presti – purtroppo non si concluse nulla perché da anni l’area era già stata venduta a Conad, come in questo caso. Però a Ospizio è ancora peggio: non parliamo di costruire su un prato, ma su un bosco pieni di alberi e animali".

Davide Capiluppi vive con la sua famiglia al confine con il Campo di Marte: "Questo intervento non è utile alla comunità, perché la zona è già più che servita e toglie un grosso spazio verde – spiega –. Se il Comune vuole aggiungere servizi pubblici in quell’area può avere un senso, ma un’attività privata come un supermercato di certo no". A prescindere dall’esito della protesta, "non deve passare il messaggio che alla comunità tutto questo vada bene".

"Non ha alcuna logica costruire un supermercato lì, togliendo un polmone verde che è essenziale visti i cambiamenti climatici – considera Silvia Benedetti –. Appena ti avvicini a un’area verde la temperatura si abbassa di diversi gradi, e oggi come oggi ce n’è un gran bisogno".

L’intervento insomma è visto come "poco sostenibile per i tempi in cui viviamo – aggiunge Sofia Fornaciari –. Non sono assolutamente d’accordo col mandare avanti questo progetto, che toglierebbe alla città uno spazio dal grande potenziale anche sociale".

"Credo che nessuno abbia problemi a fare la spesa in città, a tutte le ore di tutti i giorni – dice Letizia Valli –. Una volta reso accessibile, in quel bosco si potrebbero fare esperienze formative con i bambini, per la conoscenza delle piante, o un sacco di altre cose molto più utili e benefiche di un supermercato". Oltre al fatto "che si potrebbe recuperare qualcosa di già costruito – chiosa –. Siamo pieni di edifici vuoti e abbandonati, riqualifichiamo quelli".

"Rispettare la natura e conservare gli spazi verdi che abbiamo è importantissimo, oggi soprattutto – ribadisce Teresa Ferretti –. I cittadini devono poter dire la propria e lo Stato, il Comune devono ascoltarli. Avere del verde vicino va davvero a beneficio di tutta la comunità".

Giulia Beneventi