DANIELE PETRONE
Cronaca

Omicidio di via Stalingrado a Reggio Emilia, il testimone chiave: “Iazzetta ucciso per gelosia”

Seconda udienza fiume, sentito un coinquilino della vittima. Ma la famiglia non crede a questa versione. La sorella: “Mio fratello non aveva relazioni”

Milan Racz, 35 anni, è l'unico imputato per l'omicidio

Reggio Emilia, 27 gennaio 2023 – “Milan si è fatto prendere dalla gelosia, secondo me è successo qualcosa per colpa di quella donna...”. Fernando Arturo Martinelli, 60enne uruguagio, oggi senza fissa dimora, abitava da un annetto nel solaio a casa di Aniello Iazzetta, il 51enne originario di Afragola (Napoli) trovato morto, col cranio spaccato in due, nella sua abitazione di via Stalingrado a Reggio, il 16 giugno 2021; decesso che però, secondo le indagini, risaliva a quattro giorni prima.

Il movente dell’assassinio è ancora un giallo, ma Martinelli, ritenuto un testimone chiave, ha dato la sua versione stamattina in aula nella seconda udienza del processo che vede imputato il 35enne slovacco Milan Racz, accusato di omicidio volontario aggravato. Indicando Tetyana Shevchuk, fidanzata ucraina di Racz (che con lui era stata fermata al porto della Spezia, in procinto di imbarcarsi, poche ore dopo la scoperta del cadavere), come la ‘scintilla’ che avrebbe scatenato la furia dell’imputato nei confronti di Iazzetta.

Un racconto però che per la difesa ha mostrato diversi punti di contraddizione e falle, tanto che l’avvocato difensore Ernesto D’Andrea ha chiesto al tribunale "di acquisire il casellario giudiziale per valutare l’attendibilità e il profilo sia di Martinelli (già pregiudicato, ndr) sia di Maurizio Carbognani”, quest’ultimo deceduto un mese fa, prima che cominciasse il processo e che venne condannato a sei anni per omicidio preterintenzionale nei confronti di Nerino Medici, 82 anni, aggredito al ’Catomes Tot’. Un’istanza sulla quale la Corte d’Assise (presieduta da Cristina Beretti, a latere Michela Caputo e i membri popolari) si è riservata la decisione.

Sullo sfondo una cornice di degrado e marginalità: nella sua casa, Iazzetta ospitava sbandati in difficoltà. “Lui e Milan si erano conosciuti per strada, così mi aveva raccontato Aniello – ha continuato Martinelli – Il loro rapporto era tranquillo, erano come fratelli”.

Poi però, stuzzicato dalle domande del pm Valentina Salvi e della difesa, ha aggiunto: “Negli ultimi tempi non si parlavano più, Milan quando beveva diventava aggressivo. Non ha mai fatto nulla, ma trasmetteva un senso minaccioso". Poi è tornato su quanto ricordasse della sera dell’omicidio, il 12 giugno. “Io e Aniello eravamo seduti a tavola. C’erano anche la donna (Tetyana, ndr) e un altro amico (Carbognani, ndr). Lei ha ricevuto una telefonata da Milan e l’ha passato ad Aniello”. Quest’ultimo poi “ha detto che Milan stava arrivando a picchiarlo”.

Martinelli racconta poi di essersi ritirato in solaio, dove dormiva. “Poco dopo ho sentito battere alla porta e dei gran rumori. Ho chiamato la polizia e poco dopo Milan è venuto su da me a minacciarmi. Ho richiamato la polizia, poi mi sono messo a dormire”. Martinelli infine ha detto di aver “fatto la macabra scoperta del corpo di Aniello, steso sul letto e con l’occhio sfondato solo il 16 giugno, chiamando poi i carabinieri”.

La difesa punterebbe ad insinuare il dubbio che il responsabile potrebbe essere stato uno dei coinquilini e non Racz. O quantomeno a dimostrare la preterintenzionalità a discapito della volontarietà dell’omicidio.

‘Un’udienza fiume. Nella quale hanno sfilato una decina di testimoni. Tra cui la sorella della vittima, Rosa Iazzetta (parte civile assieme al marito Pietro Casi, tutelati dal legale Andrea Davoli). “Mio fratello era una persona buona e sensibile. Una relazione con una donna? No, non credo proprio. Si era trascurato troppo”.

Mentre un carabiniere dei Ris ha illustrato le analisi sui reperti, con tracce biologiche di Carbognani e Martinelli che metterebbero in dubbio, seconda la difesa, che Racz possa essere colpevole oltre ogni ragionevole dubbio. Si torna in aula il 10 marzo e verrà sentito l’imputato.