ANTONIO LECCI
Cronaca

Omicidio Ganassi, arrestato in Marocco dopo 15 anni

Grazie all'esame del Dna si è arrivati al presunto assassino di Scandiano

Il luogo dell'omicidio Ganassi

Scandiano (Reggio Emilia), 13 maggio 2020 – Un giallo risolto dopo quasi 15 anni. E’ l’omicidio di Franca Silvana Ganassi, 60 anni, che abitava a Scandiano, uccisa la notte fra il 30 e il 31 dicembre 2005 nei pressi della sua casa, a ridosso del centro della cittadina, accanto al parco della Resistenza. L’esame esterno del cadavere aveva consentito di rilevare la presenza di numerose ferite alla testa tanto da far emergere, come suffragato anche in sede medico legale, che la donna era stata brutalmente ammazzata con violenti colpi inferti con un corpo contundente. Inoltre era stato accertato che la vittima aveva anche avuto un approccio sessuale da parte dell’assassino, il quale aveva tentato di usarle violenza, lasciando tracce di liquido seminale rinvenute sugli indumenti.

Sembrava un delitto senza un colpevole, con il corpo rinvenuto parecchie ore dopo l’omicidio. Ma con le tecniche moderne i carabinieri del Ris, grazie a un campione del Dna estratto dal liquido seminale trovato sul corpo, ha portato a un nordafricano di 44 anni, Mustapha Bouzendar, domiciliato a Casablanca, arrestato in Marocco con l’accusa di omicidio volontario premeditato, tentata violenza sessuale e rapina aggravata, in attesa di essere processato. Che potesse trattarsi di un nordafricano era emerso già nel gennaio del 2006, pochi giorni dopo il delitto, quando in un terreno in via Bosco a Scandiano era stata rinvenuta la borsa della vittima, mancante dal giorno dell’omicidio.

Proprio nelle adiacenze di tale terreno, all’epoca c’era un locale al pianterreno adibito a luogo di culto islamico. Ipotizzando che l’omicida facesse parte del gruppo di frequentatori di quel centro islamico, erano stati avviati accertamenti specifici, compresa l’acquisizione dei campioni biologici dai soggetti identificati in quel luogo. L’attività di campionamento è continuata ininterrottamente fino al maggio dello scorso anno con l’acquisizione di circa 200 campioni biologici. All’epoca il 44enne marocchino era clandestino in Italia, ospitato a Scandiano da un suo connazionale.