Novellara (Reggio Emilia), 26 dicembre 2023 - Non era libera di uscire di casa, di cercarsi un lavoro, di avere contatti con gli altri, di proseguire gli studi. E pare avesse anche contratto un matrimonio combinato, oltretutto a distanza, nel 2021, con un cugino che vive in Pakistan, il Paese d’origine della ragazza vittima di una situazione legata a un contesto culturale subculturale familiare, in cui si sarebbe consumato l’omicidio della madre ad opera di uno zio, quando lei era appena nata.
Sarebbe stato proprio il figlio di quello zio a essere il marito predestinato, che la ragazza avrebbe dovuto incontrare (per la prima volta) in un viaggio in Pakistan organizzato dal padre. Ma, di fronte a una situazione che lei non ha voluto accettare, ha raccontato la vicenda agli assistenti sociali che la seguono da qualche tempo, permettendo la sua rapida collocazione in una struttura protetta, mentre i carabinieri hanno denunciato il madre e la madre acquisita, pakistani di 52 e 37 anni, per maltrattamenti in famiglia, con l’uomo segnalato pure per costrizione o induzione al matrimonio.
La ragazza, poco più che ventenne, vive a Novellara, lo stesso Comune teatro della vicenda di Saman Abbas. E proprio alla ragazza il padre avrebbe usato parole di minaccia, dicendo che se non avesse seguito i suoi voleri, le sarebbe capitata la stessa sorte di Saman. Inoltre, per i coniugi è scattato il divieto di avvicinamento alla ragazza e di comunicare con lei in qualunque modo. Provvedimento che è già stato notificato agli interessati dai carabinieri di Novellara. Un episodio che dimostra ancora una volta come ci sia ancora molto da lavorare, anche in territorio reggiano, per cancellare culture retrograde capaci solo di togliere le libertà personali.