Zona Ceramiche (Reggio Emilia) – Un nonno, oggi ultra 70enne, deve rispondere a processo di violenza sessuale verso la nipote, allora 15enne, che frequentava una scuola nella provincia modenese.
Gli si contestano tre episodi (tre consumati e uno tentato) collocati nel distretto ceramico tra il 2018 e l’estate 2019. La ragazza è costituita parte civile attraverso l’avvocato Federica Ghesini. Davanti al collegio dei giudici, sono stati ascoltati due testimoni del pm Maria Rita Pantani.
La madre della ragazzina ha raccontato che la 15enne frequentava anche l’abitazione del nonno, tenendo un buon rapporto con la sua compagna che aveva una figlia, Giorgia (nome di fantasia). “Seppi dei fatti nell’agosto-settembre 2019 – racconta la donna –. Un giorno mia figlia mi domandò di fare una passeggiata e io le chiesi della sua festa di compleanno prevista a breve. Alla parola “nonno“ lei esplose”. La donna riferisce due episodi che le raccontò la figlia, uno dei quali vede protagonista anche Giorgia. L’altro sarebbe accaduto dentro un’attività del nonno.
“Disse che aveva cercato di spogliarla e di violentarla. Lei gli disse che le faceva male e lui si allontanò. Mia figlia scattò una foto che mi mostrò, poi avvisai il padre. Lui (il nonno, ndr) ha precedenti penali, ma mai avrei immaginato che potesse toccare la nipote”.
Fu organizzato un incontro, riferisce la donna, a cui parteciparono la figlia e il suo fidanzato di allora, oltre ai genitori di lei. La ragazzina volle confermare la festa di compleanno prevista dentro l’attività del nonno: “Le dissi che quella sera io e il suo fidanzato non l’avremmo lasciata”. Emerge poi una registrazione fatta dalla 15enne su un dialogo tra lei e Giorgia: “Mia figlia le disse che era accaduta una cosa grave e fece riferimento anche all’episodio del nonno verso entrambe”.
La figlia riferì anche di “un fatto più grave”: “Una sera andò col fidanzato a casa di una zia – racconta la mamma –. La mattina dopo lo accompagnò in stazione, poi tornò a casa e si addormentò. Nel sonno si ritrovò il nonno senza vestiti, si buttò sopra di lei”.
“Tentò di palpeggiarla e di spogliarla – continua – aveva con sé preservativi ma lei lo respinse. Mia figlia mi riferì anche che lui le disse che per la prima volta era meglio farlo con un familiare”. Infine un altro presunto episodio: “A casa del nonno c’era la compagna che stava dormendo. Lui tentò un approccio con mia figlia, ma la donna si svegliò e tutto finì”. La ragazzina manifestò disagi: “Iniziò a non mangiare, andò dalla psicologa e con lei si aprì”. Poi la madre sporse denuncia ai carabinieri.
Ieri la donna è stata controinterrogata dall’avvocato difensore Angelo Russo facendo emergere alcune contraddizioni: i due episodi riferiti dalla mamma, quello che coinvolge anche Giorgia e quello nell’attività del nonno, non compaiono nella denuncia, dove sarebbero contenute altre condotte condensate in un unico fatto, ma emergono dopo, quando la minore fu sentita nell’incidente probatorio. La donna ha riferito che sono stati “mischiati” diversi episodi e che quando lei chiese alla figlia il perché di tali discrepanze, la ragazza le rispose che si vergognava. In una memoria depositata dall’anziano in fase di indagini preliminari, lui sosteneva che si tratta di una ripicca della nipote che lui allontanò da casa perché non si comportava bene.