REDAZIONE REGGIO EMILIA

"Non vivo più senza i miei tre figli e Mattias"

Grida disperate e un altro malore all’obitorio di Coviolo per Anjeza, madre e nonna delle vittime dell’incidente di domenica a Gaida

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di Daniele Petrone

Le grida strazianti di mamma Anjeza si sentono in tutto il cimitero. Graffiano cuore e anima. Un pianto interminabile di chi ha perso tre giovani figli e un nipotino in una volta sola. Un dolore che non si può neppure lontanamente immaginare. Il secondo giorno dopo la tragedia della via Emilia è un altro pugno nello stomaco; l’incredulità e la disperazione si uniscono alla consapevolezza di quanto perso per sempre. Perché la famiglia Hyseni ha davanti agli occhi le quattro bare bianche, tutte in fila in una stanza dell’obitorio di Coviolo. Dentro riposano Shane, 22 anni, col suo bimbo Mattias di appena un anno e mezzo, il fratellino Resat, 11 anni e la sorellina Rejana, 9 anni, tutti vittime del drammatico incidente di domenica sera a Gaida dove si sono schiantati con l’auto – guidata dal compagno della ragazza – contro un’abitazione.

Fuori dalla camera ardente piangono i familiari. Sono tutti attorno ad Anjeza. A sorreggerla, a cercare di consolarla e a placarla. Il suo è un lamento dilaniante. Urla in albanese, si dimena. "Non vivo più così...", dice. Una frase che spezza in due tutti. Fino a due giorni fa era ricoverata all’ospedale di Parma dopo aver accusato un malore non appena ricevuta la sconvolgente notizia, ma dopo essere fuggita e poi recuperata dai parenti, ha firmato le dimissioni. Ieri mattina voleva esserci a tutti costi, per abbracciare ancora una volta i suoi piccoli. La mera illusione di averli ancora accanto è atroce. Anjeza non riesce a stare in piedi. I parenti la portano più volte in auto. Ma la donna non ha pace. E all’improvviso scende dalla vettura e corre in una delle strade interne del cimitero, buttandosi sopra un’auto – per fortuna quasi ferma – di un anziano in visita ai suoi cari. I familiari la braccano, cercano di calmarla e la portano a sedersi. Un tormento che dura tutta la mattina. Fino a quando non si è reso necessario l’intervento di un’ambulanza col personale sanitario che ha dovuto somministrare sedativi e calmanti alla donna. Un lutto tremendo, impossibile da attenuare dopo un lutto così tremendo. Dignità assoluta quella del marito Ardian, riceve gli abbracci e le condoglianze di tutti, tranquillizza la moglie. Cerca di mantenere la calma, ma il suo cuore brucia dentro. Arrivano alcuni amici italiani con qualche mazzo di fiori. Ma la famiglia preferisce la semplicità: un libro all’entrata dove lasciare un ricordo scritto, ma ciò che conta di più è il calore umano. L’unico a poter minimamente alleviare lo struggimento. Le salme resteranno a Coviolo fino alla partenza per Durazzo, in Albania, luogo d’origine della famiglia, dove si svolgeranno i funerali con rito islamico. Ci vorrà ancora qualche giorno per completare le pratiche burocratiche, ma il volo per il rimpatrio – con l’aiuto dell’ambasciata albanese – è atteso tra stasera e domani. Fino a quel momento i corpi di Shane, Mattias, Resat e Rejana saranno vegliati dalla famiglia, con amore e dolore.