Reggio sempre più appetibile per le produzioni cinematografiche di ampio respiro. La nostra città e il suo territorio sono stati scelti per le riprese di ‘Il treno dei bambini’, nuovo film di Cristina Comencini tratto dal romanzo di Viola Ardone, che avrà per protagonista Barbara Ronchi. Vedremo il film nella prossima stagione.
La notizia, circolata martedì, è stata confermata proprio ieri, al centro Malaguzzi, dal professor Alberto Melloni di Unimore, durante l’assegnazione di un premio a Barbara Ronchi per la sua interpretazione nel film ‘Rapito’, di Marco Bellocchio: "Barbara trascorrerà qui un periodo fra ottobre e novembre, per le riprese de ‘Il treno dei bambini’". L’opera rappresenta uno dei prodotti di punta del rilancio di Netflix Italia, che ha dato il posto d’onore al lungometraggio, prodotto da Palomar, nel contesto delle sue nuove presentazioni.
"Un film epico e struggente. Un viaggio attraverso la miseria, ma anche la generosità dell’Italia del dopoguerra, vista dagli occhi di un bambino diviso tra due madri", così lo descrivono le autrici Ardone e Comencini. Nel cast, oltre a Ronchi, Serena Rossi, Christian Cervone e Stefano Accorsi.
La vicenda è ambientata nel 1946, Amerigo ha sette anni e non si è mai allontanato da Napoli e da mamma Antonietta. A bordo di uno dei treni della felicità passerà l’inverno al nord, dove una giovane donna, Derna, si prenderà cura di lui. Accanto a lei Amerigo acquista una consapevolezza che lo porta a una scelta dolorosa che cambierà per sempre la sua vita.
Prima di questa nuova prova che la riporterà a Reggio, Barbara Ronchi ha ricevuto ieri mattina nella sede di Reggio Children il premio accademico ‘Simplex Sigillum Veri’ per il suo ruolo di madre del piccolo Edgardo Mortara in ‘Rapito’ di Marco Bellocchio.
"Sono molto onorata e anche un po’ commossa – ha detto l’attrice romana – Perché è il complimento più bello che si possa rivolgere a un attore. Cioè provare a raggiungere la verità con il sigillo della semplicità. Marianna Padovani Mortara mi ha fatto provare tutti i gradi di disperazione e sofferenza possibili. Non potevo veramente capire le ragioni di questa storia perché era troppo lontana, ma ho sentito fortissima l’intimità fra una mamma e un figlio, che le viene tolto dagli uomini".
A portare i saluti di Unimore, la professoressa Annamaria Contini, che ha osservato "Il cinema è senz’altro uno dei linguaggi più importanti sia per capire la società in cui siamo calati, sia per immaginare gli scenari in cui ci muoveremo".
Alberto Melloni, curatore fra l’altro di un volume sul film di Bellocchio insieme a Paolo Mereghetti, nel leggere la Laudatio per Barbara Ronchi ha rilevato come il "Premio non sia il frutto della competizione fra film, ma la ricerca di un gesto artistico, politico e morale. Barbara è stata la voce, le lacrime e le labbra secche espressione di straordinaria potenza emotiva, che tutti hanno visto".
Melloni ha donato quindi a Barbara un quadro con all’interno la sceneggiatura di ‘Bellissima’ di Luchino Visconti, scritta dal regista con Cesare Zavattini.