Reggio Emilia, 1 febbraio 2022 - Mentre è in caserma poi arrestato per lo stuprio della coetanea riceve diversi messaggi e chiamate dall’amico. Nella chat "risultano tra le 14.30 e le 14.31 di venerdì", un’ora prima dell’allarme lanciato al 112, "ben sei conversazioni cancellate". Poi, alle 14.31, il 15enne informa il coetaneo che la ragazza li stava accusando: "Fra’ sta dicendo da mezz’ora che l’abbiamo stuprata". L’altro giovane risponde: "...Fra’ siamo nella merda fino al collo". La replica del 15enne: "Lo so". E l’altro: "... Ma fra’ no... mandala a casa"; e poi: "Fra’ ma è ancora ubriaca? Fra’ ma fai qualcosa".
Stupro a Reggio Emilia, indagine serrate sul quindicenne e i suoi amici
Raggiunto dai genitori in caserma, il 15enne ha reso spontanee dichiarazioni, dicendo di aver avuto "un rapporto completo con la ragazza - si legge - mentre questa era in stato di evidente ubriachezza da vino e vodka". E "analoghe responsabilità" le addebita anche agli altri due maschi presenti nella casa: l’amico a cui aveva scritto i messaggi e pure l’altro coetaneo. Anche il 15enne con cui chattava viene portato in caserma coi genitori: pure lui conferma sia di aver avuto un rapporto con la ragazzina, sia il rapporto tra lei e l’amico poi arrestato.
I telefonini dei due quindicenni sono stati sequestrati La Procura minorile ravvisa "gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati, in particolare del 15enne direttamente accusato". Evidenzia che lui, sottoposto ad accertamenti alcolemici, era risultato sobrio, al contrario della giovane. E quello che viene indicato come un tentativo di sottrarsi alle ricerche: "L’indagato poteva udire dalla casa quanto la 15enne e la sorella riferivano ai carabinieri".
Oltre all’"essersi adoperato per cancellare le tracce di consumo di alcol nella casa del genitore, tanto da gettare nel pattume una delle sue bottiglie d’alcol". Poi i messaggi col coetaneo, "fortemente compromettenti". L’esito della visita ginecologica. E il fatto che lei fosse stata vista "vomitare" dai compagni, "segno che la situazione, come da loro riferito, stava degenerando": "Una grave indicazione dell’elemento psicologico del reato se, come sembra, tutti i ragazzi presenti hanno avuto rapporti con la minore".
Il pm della Procura dei minori Alessandra Serra parla di "condotta del branco: non hanno esitato ad approfittare dell’ubriachezza della minore per consumare rapporti sessuali. Una condotta da approfondire è quella degli altri soggetti, ma risulta gravissima quella del 15enne" arrestato. Sui messaggi col compagno si rimarcano "la consapevolezza del disvalore della condotta".
Comportamento che bolla come "fortemente spregiudicato e di elevato disprezzo per la dignità delle persone", chiedendo la misura restrittiva e indicando la necessità di approfondimenti "anche a carico degli altri indagati".
L’avvocato difensore del 15enne, Giacomo Fornaciari, ha ottenuto dal giudice i domiciliari, mentre l’arresto in ‘quasi flagranza’ all’una e mezza del 29, non è stato convalidato. "Lui è un incensurato - rimarca -. Ha raccontato di aver ricevuto da lei due baci che gli hanno lasciato il segno sul collo: dunque pensava che lei fosse favorevole ad avere il rapporto".