Leggendo le pagine del Carlino degli ultimi giorni, dedicate al commercio dell’esagono, sembrerebbe che la colpa dei negozi sfitti del centro storico sia dei proprietari degli immobili. Presunte richieste di affitti da 5mila euro al mese e vetrine lasciate all’incuria determinerebbero il degrado del centro storico ed i negozi vuoti.
Non dunque il fatto che un negozio è stato svaligiato prima ancora di essere inaugurato, o perché i commessi vengono accerchiati e malmenati per pochi spiccioli, o perché le distese vengono devastate dalla furia di gang, o perché le vetrine vengono imbrattate e addirittura, invece che punirlo, si dedica una mostra al vandalo per celebrare il suo reato! Basta passeggiare qualche pomeriggio per il centro storico per vedere come all’interno dei negozi aperti non ci sia nessuno, tranne il titolare o il commesso, spesso intenti a lavorare al computer, forse nel tentativo di vendere almeno on line. È un mondo al contrario in cui la vittima è divenuta il carnefice, in cui si cerca di mettere contro il proprietario e l’inquilino per far credere che in questo rapporto incompiuto sia il problema del centro storico. Gli affitti commerciali di Reggio Emilia sono i più bassi della regione. Ci sarà certo qualche grossa società immobiliare che non ha interesse ad affittare prestigiosi locali a poco prezzo e a soggetti che non forniscono garanzie, e certamente c’è qualche proprietario che non ha voluto celare dietro immagini della vecchia Reggio la vergogna che, non lui, ma chi ci amministra dovrebbe provare per quel negozio vuoto.
Non si perda però di vista l’origine del problema. Il vero problema del centro storico è di visione e di investimenti da parte dell’Amministrazione. L’aver svuotato il centro di tutti gli uffici pubblici, l’aver costruito cattedrali del commercio di massa lontanissime dal centro, l’aver abbandonato tesori pubblici (come il mercato coperto) ad investitori spregiudicati che distribuiscono cibo spazzatura invece che le eccellenze del nostro territorio, l’aver promesso e mai mantenuto il raddoppio del parcheggio ex-Caam, il non aver investito sul alcuno degli immobili pubblici che ancora sono in centro storico e che potrebbero essere centri di attrazione o per servizi come parcheggi, non avere mai pensato di acquistare o prendere in locazione immobili per locarli o sublocarli ad attività che magari non danno garanzie ai proprietari dei muri (che in caso di morosità impiegano un anno per rientrare in possesso del proprio immobile e pagano le tasse anche sul canone non percepito). E, a proposito di decoro, perché non si sollecita (come Confedilizia ha fatto da tempo, Vox clamantis in deserto) il Comune a rimuovere gli imbrattamenti dalle proprie facciate? Quando neppure il Comune ha a cuore il proprio decoro, quello è il primo segno di abbandono della città. Invece centinaia di proprietari di casa hanno ripulito le proprietà facciate, a beneficio di tutta la collettività, anche se poi se le rivedono imbrattate dai soliti vandali impuniti.
* Presidente di Confedilizia