REDAZIONE REGGIO EMILIA

Nasce la ’Casa Fratelli Tutti’. Nella canonica di San Giacomo una comunità di giovani studenti

Avanzano i lavori per accogliere a rotazione una trentina di ragazzi da tutte le parrocchie diocesane . Don Ravazzini: "Vogliamo portare una piccola luce anche nel nostro quartiere, in via Roma".

Avanzano i lavori per accogliere a rotazione una trentina di ragazzi da tutte le parrocchie diocesane . Don Ravazzini: "Vogliamo portare una piccola luce anche nel nostro quartiere, in via Roma".

Avanzano i lavori per accogliere a rotazione una trentina di ragazzi da tutte le parrocchie diocesane . Don Ravazzini: "Vogliamo portare una piccola luce anche nel nostro quartiere, in via Roma".

Un progetto ambizioso, con uno sguardo di fraternità e inclusione in uno dei posti più critici del centro storico.

Nel pieno del quartiere del Popol Giost, spesso teatro di episodi di cronaca, avverrà nell’anno nuovo il taglio del nastro di Casa Fratelli Tutti, uno spazio residenziale nei locali della canonica di San Giacomo, in via Roma, che ha l’obiettivo di diventare un laboratorio di fraternità universale, partendo dai giovani delle parrocchie per poi aprirsi a tutto il territorio con un orizzonte di ampio respiro. Nei giorni scorsi il primo assaggio, con la presentazione del progetto avvenuta in San Giacomo. "L’idea iniziale di questo progetto - dice don Alessandro Ravazzini, parroco dell’unità pastorale Santi Pietro e Giacomo apostoli - è stata opera di don Gionatan Giordani, quando era residente in Sant’Agostino: aveva adocchiato la canonica di San Giacomo come spazio idoneo e ne aveva intuito le potenzialità per ospitare i ragazzi nelle settimane comunitarie. Quando sono diventato parroco qui, ho preso in carico questa intuizione a cui sto dedicando tante energie".

Cosa prevede la ristrutturazione degli spazi?

"Vogliamo che la canonica passi da "casa del parroco" a "Casa di Comunità". Abbiamo infatti pensato di utilizzare i nostri spazi per poter accogliere a rotazione settimanale circa trenta ragazzi di tutte le parrocchie della diocesi, per fare esperienza di comunità, attraverso un luogo di accoglienza che favorisca l’incontro con l’altro, nella speranza di portare una piccola luce non soltanto nei cuori di chi la frequenterà, ma anche nel nostro quartiere".

I vostri vicini come hanno recepito questa notizia?

"Il Comitato di via Roma ha intuito e riconosciuto questo lavoro di riqualificazione di un territorio in evidente disagio, quindi l’intenzione di tutti è di avere un dialogo sempre crescente. Infatti, ci sarà un presenza virtuosa di gruppi provenienti dalle parrocchie per le settimane comunitarie; al mattino, ovviamente, i ragazzi vanno a scuola ma dopo pranzo, potranno abitare anche gli spazi vicini a questo ambiente, per sperimentare un’avventura formativa di un modello di vita ordinariamente sano, portando la loro energia su una strada che ha bisogno di positività. Sono convinto che in questa zona si dovrebbe promuovere una sana convivenza come avverrà con questo progetto e la cosa bella è che a pochi minuti c’è il polo scolastico, quindi oltre alla praticità per i ragazzi prevediamo un dialogo proficuo con il mondo della scuola".

I lavori non sono ancora terminati ma tanto bolle in pentola!

"Molti parroci hanno già espresso entusiasmo per questo progetto, poiché sul territorio sono pochissime le strutture di questo tipo e abbiamo già otto settimane prenotate nell’anno nuovo. Inoltre, siamo stati contattati da associazioni sportive che userebbero come foresteria questo spazio per ospitare ragazzi da fuori e una compagnia di artisti userebbe gli spazi per una serie di momenti formativi, sono i primi segni di apertura che vogliamo perseguire. Ci siamo messi sotto il patrocinio di Charles de Foucauld, indicato nell’enciclica "Fratelli tutti" di Papa Francesco, come modello di fraternità inclusiva: desideriamo che questo luogo diventi un laboratorio sociale dove nascano relazioni sane e positive e che tutto il quartiere ne giovi". Un progetto così accattivante non avrà avuto problemi a trovare dei benefattori.

"Abbiamo ricevuto diverse donazioni, ma i fondi necessari per il restauro e la rifunzionalizzazione della Casa sono importanti, si tratta di un edificio vincolato dalla Soprintendenza per il quale si prevede un rinnovo significativo di tutti gli impianti, e che prevede anche l’installazione di un impianto fotovoltaico. Abbiamo bisogno del contributo di tutti! Coloro che vogliono contribuire alla ’costruzione’ della Casa possono farlo tramite vari canali: abbiamo aperto un portafoglio satispay ed è possibile effettuare donazioni su conto corrente bancario, tutte le info sono sui nostri canali social. C’è anche l’opportunità di fare acquisti presso il negozio di casalinghi Neviani in centro storico: abbiamo redatto una sorta di lista nozze per chi fosse più propenso a donare qualcosa di concreto rispetto ai soldi". Cesare Corbelli